In Sicilia 62 casi di coronavirus, città deserte

nella foto vie del centro di Palermo

Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno analizzato 955 tamponi, di cui 881 negativi e 12 in attesa dei risultati. Al momento, quindi, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 62 campioni, otto in più di ieri, di cui 16 già validati da Roma (cinque a Palermo e undici a Catania).

Risultano ricoverati 19 pazienti (sette a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna) di cui uno in terapia intensiva per precauzione, mentre 41 sono in isolamento domiciliare e 2 sono guariti. Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, cosi’ come comunicato dalla Regione Siciliana alla Unita’ di crisi nazionale.

Il prossimo aggiornamento avverra’ domani, fanno sapere dalla presidenza della Regione Siciliana, che raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti gli interessati possono visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.

Intanto, Palermo si è presentata semi-deserta nel primo giorno dell’entrata in vigore del decreto “Io resto a casa”. Dopo l’annuncio, da parte del premier Giuseppe Conte, che tutta l’Italia sarebbe diventata ‘zona protetta’, ieri sera, nel capoluogo siciliano era partito l’assalto ai supermercati per cercare di acquistare beni alimentari per far fronte alle restrizioni e limitazioni degli spostamenti imposti dal Governo per evitare il contagio del coronavirus. Il decreto prevede inoltre la sospensione delle attività scolastiche e delle università fino al 3 aprile, lo stop ad ogni forma di assembramento e alle competizioni sportive.

Bisogna quindi evitare tutti gli spostamenti fatti salvi quelli “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità” e quelli “per motivi di salute”. Il messaggio principale mandato è stato però quello di “stare a casa” e muoversi solamente in caso di estrema necessità attraverso un’autocertificazione sui motivi. Motivazione che dovrà naturalmente essere corrispondente al vero, col rischio, in caso contrario, di doverne rispondere a livello penale.

A partire dalla mattinata, Palermo si muove lentamente, poca gente che circola con i propri mezzi, ancor meno a piedi nelle vie del centro cittadino dove i pochissimi passanti sono per lo più attrezzati di mascherina e salviette monouso da utilizzare dopo avere toccato o preso qualcosa all’interno di negozi o supermercati. Questi ultimi si sono attrezzati in modo da evitare che i dipendenti stiano in stretto contatto con i clienti. Le persone che parlano tra loro lo fanno a debita distanza. Sembra che Palermo segua le regole del decreto alla lettera.

Anche a Catania strade deserte, file di clienti distanziati all’ingresso di supermercati e farmacie, uffici postali, banche e negozi vuoti, ristoranti chiusi: una città ‘fantasma’ dopo il nuovo decreto ‘Io resto a casa’ del Governo entrato in vigore la scorsa notte che, per fronteggiare l’emergenza sanitaria del Coronavirus, ha esteso la ‘zona rossa’ a tutto il territorio nazionale. Mentre nel capoluogo etneo questa mattina il Prefetto Claudio Sammartino ha riunito il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica, la città si è fermata. Situazione inevitabile dopo lo stop agli spostamenti se non per strette ragioni di necessità, lavoro e salute come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Complice la giornata uggiosa, la fotografia scattata a Catania è quella di una città deserta. Presi d’assalto i supermercati dove però, sulla base delle indicazioni contenute nel decreto, l’entrata ai clienti è consentita per un massimo di due alla volta. Gli scaffali sono ancora pieni e i cittadini acquistano soprattutto beni di prima necessità e prodotti disinfettanti e per l’igiene. Code anche davanti le farmacie dove i cittadini, mascherina alla bocca e prescrizioni mediche in mano, aspettano pazientemente il proprio turno. Strade e negozi deserti in corso Italia, via dello shopping e ‘salotto buono’ della città e in via Etnea, fulcro delle principali attività istituzionali.

Poca gente percorre le strade a piedi, altrettanto poche le auto in circolazione anche lungo la Circonvallazione, arteria assai trafficata e sempre congestionata nei giorni ‘normali’.

A fermarsi è anche la movida. Vicolo Santa Filomena, polo enogastronomico e turistico della città, è deserto. I ristoratori hanno deciso – responsabilmente e in base alle esposizioni del governo che ha stabilito l’apertura delle attività dalle sei del mattino alle sei del pomeriggio – di chiudere locali, pub e ristoranti proprio per evitare l’assembramento di avventori, turisti e clienti e per salvaguardare dipendenti, addetti alla cucina e camerieri in sala . Chiusi anche – con tanto di comunicazione via mail o sms ai clienti – le palestre, le piscine, i centri benessere, i centri sportivo-ricreativi di Padel e tennis e le scuole calcio.

(ITALPRESS).

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