In piazza San Marco i 40 anni dei lagunari

VENEZIA (ITALPRESS) – “Come lo scoglio infrango, come l’onda travolgo”. Il motto dei Lagunari ha riecheggiato in piazza San Marco per i 40 anni dalla costituzione della Specialità. Questa mattina la cerimonia: in piazza le donne e gli uomini del corpo speciale, l’Associazione lagunari, la Fanfara dell’esercito; sul palco autorità militari e civili. Per la città di Venezia la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano che ha subito sottolineato il forte legame che unisce la città ai Lagunari: “Un rapporto da sempre molto profondo: loro sono gli eredi dei Fanti da Mar della repubblica Serenissima e oggi restano un orgoglio per l’isola e la terraferma. Venezia è loro grata anche per l’impegno odierno, generoso e coraggioso, nelle attività di presidio del territorio con il progetto Strade sicure: una garanzia di sicurezza per i cittadini e per chi visita la nostra città”. Sul selciato della piazza hanno sfilato la Bandiera di guerra del Reggimento, il Gonfalone della città di Venezia, i Labari delle Associazioni combattentistiche d’arma: ad accoglierli il Comandante del Reggimento Lagunari Serenissima Ivan Falasca che ha sottolineato, anch’esso, la storia antica del reparto: i baschi verdi si riallacciano infatti alle tradizioni marinare della fanteria di marina della Serenissima, istituita dal doge Enrico Dandolo nel 1202 e trasformata nel corso del 1500 in Fanti da Mar. Una tradizione che viene evidenziata ancora oggi dai simboli presenti sulle uniformi e che rappresentano il leone alato di Venezia, oltre che dal grido di battaglia: “San Marco”.
“Oggi è un giorno di festa in cui tutta la città vi onora e vi rinnova la sua stima e riconoscenza” ha continuato dal palco la presidente del Consiglio. “Non c’è soltanto l’idea della guerra dietro la figura di un soldato; le forze armate, come nel vostro caso, sono soprattutto uno strumento e un presidio di pace e libertà oltre che di difesa e soccorso. Le vostre si chiamano appunto missioni umanitarie di pace”. Tuttavia i venti che soffiano oggi sono tutt’altro che quieti, come ha spiegato il capo di Stato Maggiore dell’Esercito Carmine Masiello: “Guerra è una parola che non vorremmo mai usare ma noi soldati dobbiamo essere sempre pronti in maniera seria e coscienziosa. Ancor più oggi perchè serve un cambio di passo: la tecnologia sta attuando una rivoluzione militare, sta dettando un cambio di paradigma nel gestire i conflitti, ma al contempo tornano parole come trincea, unità corazzate, campi minati e rotoli di filo spinato, che avevamo lasciato sui libri sulla Grande guerra”. Un pensiero è andato a coloro che hanno perso la vita in missione: sono stati ricordati il capitano Ficucello, il capitano Bucci, il primo Caporal maggiore Vanzan. “Un pensiero doveroso va a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita in missione, alle loro famiglie e a tutti coloro che vedo qui presenti oggi e che a distanza di anni continuano a sentirsi orgogliosamente “Lagunari”. Venezia non dimentica. Venezia ha dato molto e continuerà a dare tanto a questa specialità militare che è parte integrante della storia della città” ha concluso la presidente Damiano.

– Foto ufficio stampa comune di Venezia –

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