La pressione fiscale locale resta su livelli elevati anche per il 2017 e anzi cresce guardando all’intervallo 2012-2017. È quanto emerge dal 6° Rapporto sulla fiscalità locale promosso da Assolombarda, che analizza la pressione fiscale esercitata dai comuni della Città Metropolitana di Milano e delle province di Monza e Brianza e Lodi. L’indagine rileva e mette a confronti i valori delle imposte gravanti sugli immobili di impresa – Imu, Tasi, Tari, oneri di urbanizzazione – e l’Addizionale Irpef per quanta riguarda le persone, monitorando 250 comuni. Il benchmark di riferimento è un ufficio di 500 mq e un capannone di 5mila mq.
Sebbene il 2017 registri una lievissima riduzione della pressione fiscale rispetto all’anno precedente, sia per i capannoni (-0,4%) sia per gli uffici (-0,3%), negli ultimi 5 anni gli uffici hanno visto un incremento della pressione fiscale dell’8,7% che li ha portati a pagare in media 619 euro in più. Ancora più consistente l’aumento per i capannoni industriali pari al 9,1% con un incremento di 3.346 euro.
Nel dettaglio, considerando gli anni della rivelazione 2012 – 2017, per gli uffici l’importo è passato da 7.127 euro a 7.746 euro. Per i capannoni l’importo è passato da 36.601 a 39.947 euro, una cifra quest’ultima “pari al costo di due nuovi lavoratori” puntualizza Carlo Ferro, vicepresidente di Assolombarda con delega a Politiche industriali e Fisco.
Il 6° Rapporto sulla Fiscalità locale ha poi detto “non è una classifica fra i Comuni” ma “ una fotografia complessiva dell’impatto della fiscalità locale sulle attività produttive, con l’auspicio che diventi uno strumento utile a orientare le scelte future”.
“Le pressione delle imposte locali è aumentata di 9 punti in 5 anni e l’incidenza della pressione fiscale sul Pil a livello nazionale si è attenuata molto marginalmente (un punto in 5 anni). C’è ancora molto da fare sulla fiscalità per la competitività dell’industria italiana, anche a livello locale” ha proseguito Ferro.
Per il vicepresidente di Assolombarda “occorre ridurre il peso dell’imposizione fiscale sulle imprese e snellire la burocrazia per rendere il territorio ancora più attrattivo. A cominciare dalla rimodulazione del carico fiscale fra Imu e Tasi: quest’ultima è interamente deducibile dalle imposte sui redditi delle società e pertanto più conveniente a parità di gettito per il Comune. Oltre alla necessità di uniformare l’interpretazione della norma sulla Tari in relazione ai magazzini funzionali all’attività produttiva che molti Comuni continuano a tassare nonostante il Ministero dell’Economia li abbia dichiarati esenti da imposta”.
I primi cinque Comuni per carico fiscale complessivo sulle imprese (considerando Imu, Tasi e Tari su uffici e capannoni) sono Milano, Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Cologno Monzese. Monza e Lodi sono rispettivamente all’8° e all’11° posizione. I comuni più virtuosi in termine di pressione fiscale sono tutti in provincia di Lodi: Castelnuovo Bocca d’Adda, Maccastorna, Cornovecchio, Cavacurta e Orio Litta.
(ITALPRESS).