Il Papa conclude la visita a Malta “Offrire un porto sicuro ai migranti”

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Papa Francesco ha concluso la sua visita apostolica a Malta e ha lasciato l’isola. Nell’ultimo impegno della due giorni ha incontrato circa 200 migranti al Laboratorio del Pace Giovanni XXIII a Hal Far, per sottolineare la difficile situazione delle persone che intraprendono il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo nella speranza di una vita migliore. E’ stato lo stesso Papa a chiedere l’incontro.
P. Dionysius Mintoff, fondatore del Laboratorio per la Pace, ha sottolineato che è dovere cristiano provvedere alla cura e al conforto di chi è nel bisogno. Due migranti hanno testimoniato la lora esperienza al Papa: Daniel Jude Oukeguale, cittadino nigeriano che ha lasciato la sua città natale cinque anni fa, e Siriman Coulibaly, che vive a Malta da 4 anni con la moglie che aspetta un figlio. Tra i presenti anche Amara, uno dei tre adolescenti accusati di terrorismo nei tribunali maltesi, perchè ritenuti responsabili del dirottamento della nave El-Hiblu nel 2019.
Papa Francesco ha ricordato il motto scelto per il suo viaggio apostolico – “ci hanno mostrato una gentilezza insolita” – che si riferisce all’accoglienza ricevuta da San Paolo e dai compagni di viaggio dopo il naufragio al largo delle coste maltesi.
“Spero che Malta tratti sempre bene coloro che sbarcano sulle sue coste, offrendo loro un porto veramente sicuro”, ha aggiunto. Mentre migliaia di persone che stanno attraversando il Mediterraneo in cerca di una vita migliore hanno vissuto naufragi come aveva fatto San Paolo, Papa Francesco ha parlato di un’altra tragedia: un “naufragio della civiltà” che minaccia tutti noi.
Il Pontefice ha sottolineato che la risposta a questa minaccia alla nostra civiltà deve essere contrastata con gentilezza e umanità. Ha fatto riferimento al racconto di Siriman, affermando che ciò può essere fatto considerando le persone non solo come statistiche, ma riconoscendole per ciò che sono veramente: esseri umani che vivono le proprie storie e i propri sogni. Il Papa ha espresso la speranza che i migranti non solo ricevano un’accoglienza ricca di gentilezza e umanità, ma che diventino testimoni e agenti di accoglienza e di fraternità.
“Ecco il futuro della famiglia umana in un mondo globalizzato. Sono felice di poter condividere con voi oggi questo sogno, così come voi, nelle vostre testimonianze, che avete condiviso con me i vostri sogni”, ha detto.
Nel suo discorso, il Papa ha riconosciuto che perseguire questo obiettivo non è compito facile, ma richiede immensa pazienza e un amore fatto di vicinanza, tenerezza e compassione, sottolineando inoltre che i diritti fondamentali di milioni di migranti vengono violati, “purtroppo a volte con la complicità delle autorità competenti”.
Il Papa ha chiesto di unirsi alle preghiere per coloro che hanno perso la vita nella speranza di raggiungere l’Europa, compresealcune persone che hanno lasciato la Libia pochi giorni fa. Ha anche ricordato le sue visite alle isole mediterranee di Lesbo e Lampedusa, interessate da consistenti flussi migratori.
Fuori dal Laboratorio di Pace, le bandiere ucraine sono state sventolate dai membri della comunità ucraina di Malta.
Ieri più di 100 persone, tra cui 22 minori, sono rimaste bloccate in mare, con l’Ong Sea Life che le ha salvate e ha affermato che le autorità maltesi hanno rifiutato di prestare assistenza. Non è la prima volta che Malta si rifiuta di offrire un porto sicuro per le persone in mare, con le autorità che spesso esortano gli altri Stati membri dell’UE a sostenere l’afflusso di richiedenti asilo.
(ITALPRESS).

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