“Le Olimpiadi di Tokyo si aprono nel segno solidale suggerito dall’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco”. È quanto sottolineato, sulle pagine dell'”Osservatore Romano”, da monsignor Melchor Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura. “Il Comitato olimpico internazionale ha approvato l’aggiunta della parola latina Communiter – che corrisponde all’inglese Together e al francese Ensemble – al noto motto olimpico ‘Citius! Altius! Fortius!’ coniato, oltretutto, dal domenicano francese Henri Didon. La significativa parola in più nel motto dei Giochi è stata voluta dal Comitato olimpico internazionale, e in particolare dal suo presidente Thomas Bach, proprio per rafforzare l’idea della solidarietà. Con l’impegno per la sostenibilità, evitando inutili sprechi, e l’inclusività. Nell’agenda post-covid del Cio c’è, infatti, anche la raccomandazione che l’attività sportiva coinvolga il maggior numero possibile di persone nei Paesi con meno risorse, attraverso una più attenta redistribuzione economica. Perché lo sport non è solo mercato o sistema e neppure è solo quello si vede in tv. Insomma c’è bisogno di una visione alta per ripartire insieme puntando sui valori della gratuità, della bellezza”. “All’iter che ha portato all’aggiunta della parola Communiter al motto olimpico ha contribuito anche il Pontificio Consiglio della cultura con un intenso carteggio con il Cio – rivela – Proponendo anzitutto di sostituire la parola Communis, un aggettivo, con Communiter. Una volta preso atto che il termine Simul, forse più appropriato, suscitava qualche perplessità in considerazione di un possibile accostamento all’espressione ‘simulazione’, tutt’altro che positiva. E Simul ci invita anche a una considerazione. ‘Simul currebant’ (dal Vangelo di Giovanni: Pietro e Giovanni ‘correvano insieme’) e We Run Together sono i motti di Athletica Vaticana. È particolarmente significativo che il Cio si sia mosso su questa stessa linea inclusiva e solidale nella scelta delle parole per rilanciare il motto olimpico. È, in fondo, il diretto e pratico contributo culturale e spirituale che l’associazione sportiva della Santa Sede sta portando avanti tra la gente, nelle strade e nei luoghi sportivi. Penso, in particolare, al privilegiato rapporto con il Team olimpico dei rifugiati per il quale, al di là delle bandiere, tutti facciamo il tifo. In conclusione, non c’è dubbio che Fratelli tutti sia la strada, anche nello sport”.
(ITALPRESS).
Il nuovo motto olimpico sulla scia dell’enciclica “Fratelli tutti”
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