Quando l’emozione si gonfiava come una vela al vento veniva fuori Alfred Hitchcock, il regista più sprecato dal football. Bastava una partita incerta in un crescendo – altra citazione – rossiniano e veniva citato il Mago. Erano i Sessanta, grande era il calcio che si offriva a milioni di spettatori stipati negli stadi d’Italia ogni domenica, ma raramente si verificavano finali tipo Roma-Milan. O Napoli-Salernitana, la partita delle partite sulla quale s’erano rovesciate attese senza precedenti. Dal Maestro del giallo ho preso altri spunti drammatici, dall’iniziale svantaggio dell’Inter con la Lazio bravamente rimontata – il primo vero passo del Napoli verso lo scudetto – fino al Maradona tremante d’amore e Piazza Plebiscito gonfia d’emozionante attesa che non prevedeva speranze ma certezze, esultanza senza paura. Le telecamere che passavano da un luogo all’altro provocavano inconsciamente l’Effetto Vertigo firmato Hitchcock, una carrellata in avanti, uno zoom all’indietro, l’esplosivo gol di Oliveira, il disperante pareggio di Dia. Una vertigine a momenti insopportabile, un compulsare sfrenato di tabelle, come e quando si vince lo scudetto? Giovedì sera a Udine. O prima – magari in albergo dove lo perse Sarri – se, se o se… Cambia regia, cambia titolo. Domani è un altro giorno. Nel frattempo, osservazione dell’antico cronista: il calcio è il più bello spettacolo del mondo.
Di una partita non vinta come Napoli-Salernitana si potrebbe scrivere un romanzo, non ho sotto mano autori, cito me stesso, pagine scritte nella certezza dello scudetto, buttate nella monnezza del cestino digitale. E un pensiero pungente: avete – abbiamo – sfidato la scaramanzia, ora sapete – sappiamo – che non è burletta. Che non si scherza col fuoco. Così tanti, così ansiosi e sicuri insieme, così incuranti del nemico, sfrontatamente certi del successo, avete – abbiamo – sfidato la forza del destino. E la scaramanzia, “una sottocategoria della superstizione: la superstizione è la teoria, la scaramanzia è l’azione”. Raccomandazione: tornate al gesto scaramantico, terque quaterque…Io l’ho già fatto.
L’ha fatto anche Allegri, la sera, a Bologna, quando Milik saltellando come un pirla s’è fatto parare il rigore dell’1-1 da Skorupski. Ma fai come Orsolini! Rigore classico, palla a destra, portiere a sinistra, così si gioca…(battuta sfumata). Ma il fatto – storico – è un altro: il rigore al Bologna l’ha dato il Var, non l’arbitro Sozza, perchè lui non l’aveva visto e il monitor di riscontro non funzionava. Segnatevi la data: l’arbitro è ufficialmente uscito di scena. Ma la partita è bella, Motta orgoglioso della sua macchina nuova.
Già, la Juve che ormai non sa più che cercare, e che volere, distratta – addirittura sconvolta, dice Allegri – dal processo più stupido di tutti i tempi, un intralcio al campionato che solo il Napoli, se si affretta, può risolvere. Milik corregge il proprio errore, gol al 60′, uno a uno. I ragazzini di Allegri – Gatti, Fagioli, Miretti, Soulè, Iling jr – cercano un posto al sole mentre Chiesa è depresso e Vlahovic perplesso.
Adesso la Zona Champions, con Lazio, Juve, Inter, Milan, Roma e l’Atalanta appostata: per sei partite è il nuovo campionato.
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IL NAPOLI PROLUNGA L’ATTESA, DALLA CORSA CHAMPIONS UN NUOVO CAMPIONATO
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