Sono passati centodieci anni dall’uscita del Manifesto di fondazione del Futurismo, pubblicato su Le Figaro il 20 febbraio 1909 e stilato da Filippo Tommaso Marinetti. Una comunicazione dirompente per un mondo nel quale le parole non bastavano più, bisognava “introdurre il pugno nella lotta artistica”. Il manifesto fu diffuso in volantini stampati in centinaia di migliaia di copie, declamato nelle serate futuriste e pubblicato su organi d’informazione destinati ad un pubblico vasto ed eterogeneo: la novità del Futurismo era che doveva esser di tutti. Di tutti e dappertutto, dalla pittura alla scultura, dalla poesia alla danza, dall’architettura al teatro, dalle arti decorative alla pubblicità: la stessa energica chiave comunicativa venne applicata in ognuna di queste aree e in ognuna prese una forma ed un carattere diversi.
Dall’11 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 Palazzo Blu di Pisa ospiterà la mostra “Futurismo”, dedicata a questo straordinario movimento in un percorso che presenterà in parallelo i Manifesti e le loro più fedeli “manifestazioni” nella realtà raccontando come i Futuristi si siano non solo fatti portavoce di un credo, ma lo abbiano applicato in ogni campo d’azione. Più di cento opere dei maestri del Futurismo, da Balla a Severini, da Boccioni a Carrà a Russolo per dimostrare per la prima volta come gli artisti futuristi seppero rimanere fedeli alle riflessioni teoriche enunciate nei manifesti, traducendole in immagini dirompenti, innovative e straordinariamente felici sul piano artistico.