Quando è finito il campionato, mesi fa, i commenti salutavano la nona vittoria consecutiva della Juventus malcelando la noia. Paventando addirittura il decimo successo che Agnelli aveva subito chiesto a Pirlo. E allora, girato l’anno diciamo subito grazie al Milan che ha portato un vento nuovo, una nuova realtà che ravviva un torneo nutrito di una sola ipotesi rivoluzionaria: il (presunto) dominio dell’Inter. Il pronostico generale – compreso il mio – sollecitava non solo il riscatto di Conte, conquistato (o acquistato) a caro prezzo, ma il sollievo di Mister Zhang, afflitto da problemi monetari: nessuno si nasconde che Suning è venuto a dare un contributo di solidità al campionato italiano bisognoso più di sostanza che di chiacchiere e sarebbe un peccato privarsene. E invece, eccoti Pioli, il buonsenso applicato coraggiosamente al pazzo gioco del pallone: e il Milan primo. Miracolosamente, dicono tanti. A buona ragione, invece, dico io.
Non vi sarà sfuggito il senso di sollievo di molti critici dopo la caduta del Milan davanti alla Juve. Giornali, televisioni, radio, blog non nascondevano la (speranzosa) certezza che la sconfitta ridimensionasse i rossoneri dei “ragazzi del 99” senza Ibra a far 100. E invece, tiè: battuto il Torino, rieccoli i nostri eroi. E con Ibra. Primi. Come la mettiamo con l’Inter?
E’ tale la fame di nerazzurro che un buon pareggio sul campo della Roma viene venduto come mezza sconfitta. Lo stesso Conte sembra abbacchiato, i social lo perseguitano, lui risponde che i cambi erano giusti e che deve accontentarsi perchè la società non ha alcuna intenzione di andare sul mercato. Sembra non fidarsi di se stesso. Sembra non essersi accorto di quale macchina da guerra sia a sua disposizione. Per arrivare al gol del pareggio di Skriniar, a inizio ripresa, l’Inter ha prodotto un assalto potente e entusiasmante con Superman Lukaku e le altre stelle. Non vedevo da tempo uno spettacolo offensivo di tale dimensione. La Roma attonita subiva anche il gol del sorpasso dell’indiavolato Hakimi, poi…Poi la luce si è spenta.
Come capitava a certi allenatori miei contemporanei che una volta in vantaggio tiravano su le barricate. Perchè le avevano. Mentre l’Inter ha una difesa che prende troppi gol e non può permettersi certi ripieghi. Che oltretutto non sono da Conte, predicatore di aggressività. Io non discuto le sostituzioni in quanto tali: Perisic per Lautaro, Gagliardini per Vidal, Kolarov per Hakimi (dopo aver cambiato anche Darmian con Young) per me valgono gli invocati (dai critici) Sanchez e Sensi. In verità, Conte ha semplicemente demolito la squadra vincente, subito sparita. La Roma ne ha approfittato per cogliere un bel pari. Posso dire maledetta la possibilità di fare tante sostituzioni? Con tanti ottimi giocatori a disposizione non c’è bisogno di fare turnover suicidi: per difendere la vittoria basta cambiare atteggiamento, non uomini. Mi direte: e la Juve con il Milan? Pirlo stava perdendo e la ricchissima panchina gli ha permesso di vincere. Est modus in rebus. Amen.
(ITALPRESS).
IL FELICE VENTO NUOVO DEL MILAN E LA FRENATA MACCHINA DA GUERRA DI CONTE
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