IL FASCINO SLAVO DI VLAHOVIC E LA NOTTE DA…BRIVIDI DI GIROUD

Far tardi per assistere al trionfo sanremese di Mahmood e Blanco sarà da molti juventini paragonato alla lunga attesa per celebrare la gloria di Vlahovic e Zakaria, infine salutata soprattutto per merito di chi già c’era, in quella squadra: Paulo Dybala. Ma si sa, visto che vincere è l’unica cosa che conta (mi associo) nella festa dell’Allianz Arena può capitare anche dì credere che la Juve abbia giocato bene. Ma non ditelo a me. Se succederà, le imprese di Vlahovic le ammireremo in Champions perchè è per quella che Elkann ha autorizzato la spesa, e non per ottenere quel quarto posto che la concede, ma per vincerla subito. Per ora, la situazione tecnica e tattica nuova non è leggibile, siamo nella fase speculativa dove si vince perchè si può aver tutto. A Roma dicono “Articolo Quinto chi ha i soldi ha vinto”. Allegri realizza il paradosso: vince giocando male come sempre, ma gli estetisti resteranno travolti dal fascino slavo di Dusan Vlahovic e diranno che finalmente la Juve gioca bene. Si realizza ancora una volta la legge di Mourinho, ritenuto bravissimo perchè si fa comprare i migliori (anche Quaresma, talvolta), mentre i nostri grandi allenatori non hanno mai amato condividere i propri successi con un campione.
I nomi? Vi dico solo che i Baggio non sono mai stati troppo amati. Così come Allegri non ha mai amato Dybala. Ma la squadra l’ha fatta il padrone…
Per tornare a Sanremo, un solo campione mi ha fatto vivere una notte da…Brividi: l’altra sera nel derby Olivier Giroud, giocate e gol di una volta. La sua partita, i suoi gol mi hanno riportato al calcio d’antan, nelle arene dove contemporaneamente si dava spettacolo e si faceva scuola. Fortuna ha voluto che un arbitraggio decoroso abbia impedito alla Var di cancellare il bellissimo primo gol di Olivier realizzato dopo uno scontro forse falloso. Mentre a Roma un arbitro chiamato Abisso consentiva al Var di annullare un gol bellissimo (e vincente) di Zaniolo. Ci avevano garantito più giustizia. Guardate come siamo ridotti…
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(ITALPRESS).

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