IL CERVELLO, UNIVERSO PLURIVERSO IN VIA DI ESPLORAZIONE

In un recente articolo per questa Agenzia affermavo che numerosi esponenti della comunità scientifica internazionale affermano che, nel campo delle neuroscienze, siamo all’inizio di un nuovo Rinascimento, come l’epoca che fu di somma grandezza in tema di arte e cultura. In vero quasi quotidianamente si susseguono sperimentazioni, ricerche e risultati inaspettati e sorprendenti per quanto riguarda le attività cerebrali.

Gli ulteriori, continui e spesso spettacolari avanzamenti nell’arco di pochi mesi in questo settore biomedico confermano la mia osservazione. Il cervello non è più una scatola nera o una selva oscura, ma un immenso universo pluriverso che la comunità scientifica esplora velocemente, iniziando a comprendere i penetrali anatomo-funzionali che governano le più alte attività umane.

Analizzeremo, più per sintesi che per analisi, i riscontri affatto recenti, compiaciuti che molti di essi sono dovuti a studiosi italiani: ma, ancora una volta, sconfortati dal fatto che gran parte di questi sperimentatori operano in atenei e centri di ricerca stranieri. L’Italia non riesce, perché inerte, a trattenere brillanti e giovani scienziati.

Le scoperte relative a questi filoni di ricerca avranno un impatto sulla società, miglioreranno la qualità di vita dei malati e i dati – “big data” – scientifici si valuta che raddoppiano ogni 6 mesi.

Alcuni esempi chiariranno meglio, per i non addetti ai lavori, quanto espresso mediante una semplice elencazione: le persone più creative sarebbero quelle in grado di sfruttare al meglio le connessioni tra i diversi network cerebrali; la corteccia prefrontale  ha un ruolo cruciale nelle nostre decisioni: l’autostima dipende in gran parte dall’attenzione e dagli incoraggiamenti ricevuti durante l’infanzia, provocando cambiamenti nei geni e accrescendo lo sviluppo cognitivo; avere fiducia nelle proprie capacità attenua il declino cognitivo.

Il futuro ha un cuore antico. Infatti Ippocrate, oltre 2000 anni addietro affermava che “il cervello è l’interprete di quelle cose che emanano dall’aria in uno stato di salute”.

Vengono esplorati, inoltre, i rapporti tra creatività e talento. Dick Swaab, dell’Università di Amsterdam, sostiene che ogni cervello è unico e diverso a causa del patrimonio genetico e dei processi di sviluppo. In presenza di strutture cerebrali particolarmente grandi o a connessioni assai efficienti si realizza il talento, fondato da situazioni innate e lavoro costante e impegnativo.

Un’altra importante ipotesi – formulata da Giulio Tononi e Chiara Torelli, dell’Università del Wisconsin – è l'”omeostasi sinaptica” che capovolge antiche convinzioni. Sino ad ora si era ritenuto che durante la notte le sinapsi – cioè le giunzioni filamentose tra le cellule nervose – si rafforzassero per consolidare ciò che si era appreso, ma gli Autori italiani sostengono che, al contrario, le sinapsi vengono indebolite, al fine di eliminare ricordi inutili per dare spazio ad altri.

Una buona notizia per i soggetti meno giovani. Una ricercatrice anch’essa italiana – che lavora nella Columbia University e nell’Istituto Psichiatrico di New York – ha dimostrato che al contrario delle conoscenze attuali, il cervello non invecchia e, anche all’età di 80 anni, ha la capacità di produrre migliaia di nuovi neuroni, che nascono da cellule progenitrici dell’ippocampo, zona profonda nell’encefalo, al ritmo di 700 nuovi neuroni al giorno.

I nuovi studi, specie su mini-cervelli, organoidi cerebrali rudimentali ma tridimensionali, derivati da cellule staminali umane, pongono nuovi  gravi questioni etiche. Questi organuli sono composti da pochi milioni di cellule (a fronte del cervello che comprende circa 85 miliardi di cellule), ma si pensa che possano provare qualcosa di simile a piacere, dolore, angoscia. In campo cerebrale – come negli altri comparti del corpo umano – le conquiste della scienza devono confrontarsi, anche in conflitto, con le profonde e inesplorate questioni etiche.

Anche in campo scientifico vale l’ammonimento di Plutarco: “Le battaglie si vincono con le lance dei giovani e con la saggezza dei vecchi comandanti”.

Adelfio Elio Cardinale

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