Il caso Starlink svela il ritardo strategico europeo

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di Raffaele Bonanni
ROMA (ITALPRESS) – La vicenda Starlink rappresenta un caso emblematico dell’evoluzione tecnologica e geopolitica contemporanea. Il sistema di satelliti per la connessione a Internet sviluppato da SpaceX, l’azienda di Elon Musk, ha mostrato il potenziale strategico delle costellazioni satellitari. Nato come progetto per fornire accesso a Internet ad alta velocità in ogni parte del mondo, Starlink si è rapidamente dimostrato uno strumento cruciale per la trasmissione di informazioni sensibili, con implicazioni militari, economiche e civili. In un mondo sempre più interconnesso, la capacità di ottenere e trasmettere informazioni in tempo reale ovunque nel globo è diventata una necessità strategica per gli Stati. Che si tratti di coordinare operazioni militari, monitorare eventi naturali, garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche o favorire lo sviluppo economico, reti come Starlink offrono una soluzione senza precedenti. Tuttavia, l’affidamento a un’impresa privata come SpaceX solleva interrogativi sul rischio di monopolio e sull’indipendenza strategica degli Stati. SpaceX ha dimostrato una straordinaria capacità di innovazione tecnologica, ma la sua posizione dominante nel settore dei satelliti a bassa orbita evidenzia la mancanza di alternative equivalenti.

Questo pone problemi non solo in termini di concorrenza, ma anche di sicurezza nazionale. Delegare interamente la gestione di infrastrutture così delicate a un’impresa privata significa esporre gli Stati al rischio di perdere il controllo su attività strategiche fondamentali. Il monopolio di fatto di Starlink è una conseguenza anche dei ritardi del potere politico, che non ha saputo anticipare l’importanza di queste tecnologie. Ne è un esempio emblematico l’Europa, che ha riconosciuto l’esigenza di sviluppare un’infrastruttura satellitare propria, ma è ancora lontana dall’attuare una risposta concreta e tempestiva. L’Unione Europea ha avviato il progetto IRIS (Infrastructure for Resilience, Interconnection and Security by Satellite) per creare una costellazione satellitare sovrana e sicura. IRIS mira a garantire connettività globale, resilienza e autonomia tecnologica, riducendo la dipendenza da attori privati o extraeuropei. Tuttavia, la sua realizzazione è ancora in fase embrionale e l’Europa rischia di accumulare ulteriore ritardo rispetto agli Stati Uniti o alla Cina. L’importanza di IRIS risiede nel rafforzare la sicurezza e l’autonomia dell’Europa in un settore che rappresenta un pilastro della competizione geopolitica globale.

L’Unione dovrà affrontare la sfida del coordinamento tra gli Stati membri, che singolarmente non sarebbero in grado di sviluppare una rete satellitare paragonabile a Starlink. La questione Starlink riflette un problema più ampio: la necessità di proteggere la sicurezza e la sovranità dei Paesi democratici, non solo di fronte alla competizione con regimi autocratici, ma anche nei confronti della crescente potenza delle big tech. Le tecnologie spaziali sono diventate un campo di battaglia simbolico e pratico tra modelli politici diversi, dove il controllo delle informazioni rappresenta un vantaggio cruciale. La vicenda Starlink è un campanello d’allarme per gli Stati democratici. È essenziale sviluppare infrastrutture autonome che garantiscano sicurezza e controllo strategico. Si può certamente collaborare con i privati, ma senza dipendere esclusivamente da essi. Ritardi come quelli dell’Europa mostrano quanto sia urgente un’azione politica coordinata e lungimirante per affrontare le sfide tecnologiche e geopolitiche del futuro. Perciò è necessario discutere di questo con maturità e responsabilità, evitando critiche sterili e puntando su una prospettiva strategica. In assenza di visione, la politica si paralizza, compromettendo decisioni essenziali per il progresso e la sicurezza.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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