Il Cardinale Jean-Paul Vesco e Athletica Vaticana sulle strade di Roma

ROMA (ITALPRESS) – “Sant’Agostino dice che cantare è pregare due volte: non so cosa avrebbe detto se fosse stato un runner, perchè la corsa è un luogo di fraternità, meditazione e speciale disponibilità interiore”. Con questo stile di spiritualità sportiva il cardinale eletto Jean-Paul Vesco (riceverà la porpora nel concistoro del 7 dicembre) ha dato il via, stamani in piazza San Pietro, a una corsa – “un allenamento fraterno del cuore, dello spirito, delle gambe” – con la comunità di Athletica Vaticana. Una vera e propria storica prima volta di un cardinale maratoneta. La Preghiera del maratoneta, tradotta in 38 lingue, e l’Ave Maria per la pace hanno preceduto lo “start”, nello stile dell’associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede.
Fianco a fianco con il cardinale eletto, lungo 10 chilometri per le strade di Roma, anche atlete e atleti professionisti legati da amicizia ad Athletica Vaticana. Tra loro, in particolare, due giovanissime promesse dell’atletica per le Fiamme Gialle: Abaro e Umed, sorella e fratello, rispettivamente classe 2011 e 2008, originari dell’Etiopia e adottati dalla famiglia Caraccio quanto lei aveva 3 anni e lui 5.
E da ragazzo – anche Vesco – nato 62 anni fa a Lione – aveva il progetto di fare l’atleta professionista. Era forte soprattutto nei cross. Divenuto avvocato, la corsa ha fatto di nuovo irruzione nella sua vita e a New York, nel 1989, ha ottenuto il suo record nella maratona con 2h52′: tempo di assoluto valore. Entrato tra i domenicani nel 1995 e sacerdote dal 2001, ha abbracciato la missione in Algeria rilanciandola dopo l’assassinio, avvenuto nel 1996, dei monaci di Tibhirine del vescovo Pierre Claverie. Dal dicembre 2012 è stato vescovo di Oran e poi, da tre anni, è arcivescovo di Algeri.
“Anche se ora non sono più un vero atleta – racconta il cardinale eletto Vesco – sono felice di condividere l’esperienza di Athletica Vaticana e ho partecipato in Algeria anche ad alcune gare con la maglietta biancogialla come esperienza di incontro e di dialogo con il mondo musulmano”.
“Ho scoperto che la motivazione della corsa su queste grandi distanze non è la competizione con gli altri ma è l’ascolto di te stesso” spiega. “La corsa è libertà perchè trasforma qualsiasi percorso, anche urbano, in ampi spazi. Basta indossare le scarpe da corsa perchè l’universo interiore ed esteriore superi i propri limiti”. In particolare, confida, “ricordo di aver avvertito una forte consapevolezza della chiamata a seguire il Signore in un momento in cui la mia vita era troppo rumorosa per sentirlo in qualsiasi altro posto oltre al ritmo della corsa nel deserto”.
Ed è stata una bellissima esperienza per monsignor Vesco “accogliere Athletica Vaticana a Oran, nel 2022, per i Giochi del Mediterraneo organizzati in Algeria e nati proprio per comunicare, attraverso lo sport, un messaggio di pace e di dialogo tra religioni e culture” come ha scritto il Papa nel messaggio che gli ha inviato per questa opportunità sportiva di incontro e di pace.
Stamani, tra i partecipanti alla corsa, anche Roberto Di Sante che, il 3 novembre, ha corso la maratona di New York indossando una speciale maglietta di Athletica Vaticana, con davanti la scritta “peace” e dietro una frase di Papa Francesco: “Lo sport costruisca ponti, abbatta barriere, favorisca la pace”.
Prossimo appuntamento per la “squadra del Papa” sabato prossimo, 23 novembre, alla viglia della maratona di Firenze per la Messa del maratoneta nella basilica di Santa Maria Novella alle ore 18. Si pregherà, in particolare, per la pace e perchè l’esperienza sportiva sia opportunità di fraternità.
– Foto Athletica Vaticana –
(ITALPRESS).

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