C’e’ chi si chiede quando si tornera’ a giocare. Piu’ realisticamente ci sarebbe da domandarsi invece “se” si tornera’ in campo sino al prossimo autunno e per questa stagione calcistica sia finito tutto. Le parole del presidente dell’Associazione calciatori Damiano Tommasi secondo cui, mentre si cercano infermieri e medici per fronteggiare la situazione del Coronavirus, non si puo’ pensare al campionato, sono state abbastanza eloquenti. Con buona pace di alcuni presidenti e di coloro che credono che non stia succedendo nulla. Il calcio e’ fonte di divertimento, di discussioni e polemiche e manca un po’ a tutti; ma andate a chiedere a chi e’ malato, a chi ha perso parenti e amici, oppure il lavoro, se sente la mancanza del pallone. Oggi ci sono dei problemi prioritari ed e’ difficile pensare che il campionato possa riprendere, se la situazione non tornera’ alla normalita’. Le persone negli ultimi giorni sono morte come mosche (e Bergamo e’ l’epicentro delle disgrazie) e non si puo’ fare finta di niente, anche perche’ alcuni giocatori sono stati contagiati. Se ne sono gia’ accorti cosa vuol dire Samp, Juve, Fiorentina, Verona e Milan.
Certo, il desiderio di tornare a lavorare e’ di tutti (giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri) e di farlo a piu’ presto: le nostre giornate sono vuote, diciamolo chiaramente. Ma la scelta fra la vita e la morte che volteggia sul mondo, non solo sul calcio, ci deve indurre a riflettere. In questi giorni si sta parlando dei problemi e della scia negativa che lascera’ questa “peste moderna” che ha gia’ coinvolto alcuni campioni. Il Coronavirus non ha fatto eccezioni, anche in altri campi: dal principe Alberto di Monaco, al ministro francese della cultura Franck Riester, ad attori famosi come Tom Hanks e la nostra Giuliana De Sio ecc. Certo, i danni economici saranno ingenti. Alcuni campioni, non sono del calcio, sono gia’ fuggiti verso lidi migliori (chissa’ ?) appena hanno potuto. E questo ha fatto sorgere delle polemiche su quello che e’ l’attaccamento di alcuni dei campioni stranieri al nostro Paese. Si parla anche di quelli che potrebbero andarsene. La paura, dato che anche loro sono esseri umani, avra’ influito sul loro atteggiamento e del resto anche altrove (Paris Saint Germain e altri club) la fuga ha visto protagonisti alcuni campioni. Ma noi come ci saremmo comportati, visto che tanti sono scappati dal Nord per tornare al Sud ? E vediamo poche facce note, in giro. E Inoltre: quanti stranieri avranno il coraggio di tornare o rimanere ? Altri sono rimasti in trincea come Dybala, che e’ stato contagiato con la fidanzata, come Paolo e Daniel Maldini ecc.: tutti stanno o bene. I test sui giocatori della Juve hanno escluso altri contagiati. Non e’ che quelli che se ne sono andati, scappando saranno immuni da contagi e pericoli: tutto il mondo e’ sotto scacco. Fra tanti pessimisti non c’e’ certamente Roberto Mancini, che ha parlato in questi giorni difficili delle possibilita’ azzurre per il prossimo campionato europeo, slittato di un anno. Vorremmo unirci al suo ottimismo, ma ci chiediamo anche quale sara’ il panorama calcistico nell’estate dell’anno prossimo. Intanto, si prepara la battaglia del grano e alcune societa’ di serie A, che stanno vedendo svanire i loro introiti (danni per 730 milioni, abbiamo sentito), sono in attesa di aiuti del governo (che ci sembrano “complicati”, visto il momento), potrebbero sospendere il pagamento degli stipendi e congelare gli ingaggi. Altrove i club piu’ ricchi stanno prendendo iniziative benefiche. Da noi si preparano battaglie che vedranno coinvolte le societa’ e l’Associazione calciatori che ha fatto sapere di poter dettare una linea, ma di non essere in grado di obbligare i suoi iscritti ad accettare nuove condizioni. I pessimisti si son chiesti se il futuro dei campionati sara’ ancora popolato di procuratori, agenti ecc. che fanno il bello e cattivo tempo, lucrando grazie alla loro posizione. Non si possono fare previsioni: e’ in corso la battaglia per la vita e le polemiche sembrano fuori luogo, come i campanilismi. Bisogna restare allineati e coperti, sperando che il temporale passi e torni il sole. Quanto alla situazione economica del dopo-Coronavirus, che ci rendera’ tutti piu’ poveri, sara’ difficile che permetta ai club spese e lussi di qualche tempo fa. E ai giocatori (tramite i loro procuratori) di pretendere la luna. Quanto a quelli che hanno il cuore in gola per le sorti del calciomercato, come diceva Toto’: ma ci facciano il piacere… Non possiamo non ricordare, infine, il collega Gianni Mura, deceduto per un infarto all’ospedale di Senigallia. Un colto giornalista che incontravamo spesso negli stadi con Gianni Brera, di cui aveva raccolto il testimone della scrittura e della competenza. Somigliava al Grande Maestro, coltivando pure l’amore per la buona tavola e il vino. Un Grande era diventato pure lui col ciclismo. Ci dispiace che ci abbia lasciato e ci sentiamo piu’ poveri.
IL CALCIO E LA SERIE A: COME SARA’ DOPO IL CORONAVIRUS?
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