La tredicesima edizione del premio internazionale “Il Bello del Calcio” in ricordo di Giacinto Facchetti, assegnato a Gianluca Vialli, e il Candido Day, per un bilancio delle attività della Fondazione intitolata a Candido Cannavò hanno dato l’occasione a Urbano Cairo, presidente di Rcs e Andrea Monti, direttore de La Gazzetta dello Sport, di accogliere il mondo dello sport nella sala Buzzati di Milano. Uniti da amicizia e affinità profonde, Giacinto Facchetti e Candido Cannavò sono simboli di coraggio, umanità, empatia e passione, i valori che ispirano il doppio evento celebrato oggi e di cui per tanti anni è stato testimone instancabile Daniele Redaelli, colonna del quotidiano scomparso un anno fa. Protagonista sul palco Gianluca Vialli, che ha ricevuto il premio Il Bello del Calcio 2019 dalle mani del presidente di Rcs Urbano Cairo ed è stato intervistato in diretta sul palco da Luigi Garlando con un intervento di Roberto Mancini. Il campione ha ricevuto una stampa numerata dell’artista Riccardo Guasco e un premio in denaro, di 10mila euro, che sarà devoluto alla Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport onlus. Sul palco della premiazione anche Barbara, Giovanna e Gianfelice Facchetti, Gabriele Gravina e Giovanni Malagò. Presenti anche Ciro Ferrara, Beppe Marotta, Gaetano Miccichè, Gianluca Pessotto, Arrigo Sacchi, Paolo Scaroni e Pietro Vierchowod.
Nel decennale del varo della Fondazione Candido Cannavò per lo Sport, il direttore generale Franco Arturi ha delineato i più importanti progetti realizzati nel 2018 e le iniziative per il 2019. Una novità è costituita dal sostegno di corsi annuali di scherma, in scuole elementari “di frontiera” della periferia milanese, aree con evidenti problemi di inclusione: i corsi sono tenuti da maestri di sport e psicoterapeuti, in modo da scoprire eventuali allarmi nel vissuto relazionale dei bambini. Una sorta di prevenzione del bullismo. Molto significativo per la Fondazione è aver riattivato all’interno del carcere di Opera quattro corsi in diverse discipline sportive, per la rieducazione sociale dei detenuti. Grazie a un recente accordo, “Matera capitale della Cultura Sportiva” è divenuta sostenitrice attiva della Fondazione e ha inserito Candido Cannavò nella “Hall of fame della cultura sportiva”. La Fondazione è tornata in Africa, in Etiopia, nella poverissima località di Gucci nello Siasciamanna, con quaderni, penne, pasti caldi, un campo di pallavolo, lo studio “garantito” e adesso anche una scuola in muratura, nell’ambito del progetto di scuole rurali di padre Bernardo, che prende forma e cresce.
La più recente iniziativa della Fondazione è la pubblicazione del libro “Storia sentimentale dello sport italiano” a cura di Elio Trifari, edito da Solferino e distribuito anche in edicola, con una selezione dei migliori articoli di Candido Cannavò. Come scrive nella prefazione il direttore Andrea Monti: “Questo filo rosa vi guiderà nel grande gomitolo in cui Candido intrecciava ogni giorno le vicende che lo appassionavano, di cui fu testimone umile e scultore monumentale… Quasi cinquant’anni in cui i sentieri dello sport incrociano sovente la strada maestra della grande storia per fondersi in essa e diventare memoria collettiva.” Il volume è stato raccontato sul palco da Monti, Trifari e Alessandro Cannavò. Gianfelice Facchetti ne ha letto un brano.
(ITALPRESS).
“IL BELLO DEL CALCIO” A GIANLUCA VIALLI
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