I venti di guerra e l’Onu da riformare

Aftermath of the Russia's army bombardment in the besieged city of Kharkiv in northeast Ukraine in this photo released by the Ukraine Armed Forces on Thursday March 11, 2022. Kharkiv, Ukraine second largest city, is now the battlefield once home to 1.4 million people. (KHARKOV - 2022-03-11, HAMI ROSHAN / ipa-agency.net) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

di Raffaele Bonanni
ROMA (ITALPRESS) – I venti di guerra che soffiano sul Medio Oriente e sull’Ucraina sconcertano l’opinione pubblica occidentale e la dividono sulle opzioni da adottare per una rapida uscita dai conflitti. Nel frattempo, le piazze delle capitali dei paesi democratici si riempiono di pacifisti. Nei paesi autocratici, invece, la realtà è completamente diversa: chi governa non ha limiti nelle sue scelte, può manovrare la repressione e l’informazione. La propria opinione pubblica è non di rado abituata ad apprezzare le conquiste ai danni degli altri, anziché il buon vicinato con altri popoli. Considerando questi aspetti, si può affermare che ciò che muove guerra e pace dipende molto dalla forma di governo di un paese. In Ucraina, ad esempio, Putin ha agito come ha voluto e potuto contro un paese sovrano e democratico. Prima ha tramato per farne un paese satellite, come avviene con la Bielorussia, ma quando le manifestazioni “arancioni” si sono sviluppate in tutta l’Ucraina e sono riuscite a cacciare il governo fantoccio eterodiretto da Mosca, Putin ha occupato e annesso la Crimea alla Federazione Russa contro ogni legge internazionale e trattato stipulato dagli stessi russi.
Poi, dopo 8 anni, Putin ha occupato l’Ucraina, ha annesso altre due regioni ucraine e minaccia l’uso dell’atomica qualora si dovesse resistere ancora alle sue mire. In Medio Oriente, invece, c’è un’altra autocrazia che muove le fila della guerra attraverso gli Houthi, Hamas ed Hezbollah: la Repubblica Islamica dell’Iran, governata dagli Ayatollah. Li ha incitati al terrorismo, li ha riforniti di missili da sparare su Israele, li ha spinti a mettere in crisi i governi del Libano, dello Yemen e della Palestina. Questo quadro della situazione è stato costruito sapientemente dal regime sciita di Teheran per diventare egemone nel Medio Oriente e mettere fuori gioco Israele, e non solo. Anche altri paesi musulmani sunniti nutrono avversione per il regime di Teheran. Infatti, da tempo, i musulmani sunniti, in larga maggioranza rispetto agli sciiti, sono palesi o occulti alleati di Tel Aviv, tanta è l’avversione per gli ayatollah iraniani. Ed allora, come conquistare la pace in situazioni così complesse, se si vogliono evitare in origine gli scontri armati dei violenti? L’ONU va profondamente riformata in modo da agire a garanzia della pace sostenuta dalla maggioranza qualificata delle Nazioni con iniziative armate a difesa dei trattati internazionali e dunque di chi è illegalmente aggredito.
Bisogna togliere il diritto di veto a Cina, Russia, USA, Regno Unito e Francia. Ad esempio, se l’Ucraina viene aggredita contro le leggi internazionali, l’ONU dovrà ripristinare la legalità. Ma se la Federazione Russa dispone del diritto di veto, è evidente che bloccherà l’ONU e questa ingiustizia spinge altri nel mondo ad aggredire i deboli. Dunque, tutti i pacifici del mondo devono unirsi a riformare gli organismi internazionali di garanzia. Diversamente, avremo sempre più guerre, perché i violenti riusciranno persino ad utilizzare il più nobile sentimento di pace come risorsa per travisarne il senso e consumare impuniti i loro crimini.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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