Il rifiuto urbano diventa biodiesel e acqua che può essere utilizzata per scopi irrigui. All’interno della Raffineria di Gela è stato presentato un impianto pilota realizzato da Syndial, società ambientale di Eni, che ha già avviato le prime sperimentazioni in Sicilia. Si tratta del primo impianto destinato al recupero e alla trasformazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. I rifiuti vengono trasformati in bio olio (14%), che potrà servire in seguito per la produzione di carburanti di nuova generazione e destinato a trasporti marittimi, ed acqua (74%).
L’impianto sfrutta la tecnolgia “waste to fuel”, grazie alla quale è possibile produrre energia dalle biomasse ed ottenere acqua come sottoprodotto della lavorazione, è stato spiegato in conferenza stampa. Ed avrà basso impatto ambientale.
“L’obiettivo – ha sottolineato l’Ad di Syndial, Vincenzo La Rocca – è quello di produrre biocarburante su scala industriale, ovvero impianti capaci di trasformare 150 mila tonnellate annue che servono 1 milione e mezzo di persone. Per riuscirci però è necessario che la differenziata sia di ‘qualità'”.
“L’impianto di Gela tratterà rifiuti che arrivano dalla Srr di Ragusa – ha aggiunto -. Per la realizzazione e la messa in esercizio dell’impianto pilota sono stati investiti oltre 3 milioni di euro. La materia prima che verrà utilizzata è la biomassa costituita dagli avanzi e dai residui di cibo, ma anche dagli scarti dell’industria agroalimentare: una tonnellata di materia organica, che include il peso dell’acqua, può generare fino a 150 chili di bio olio attraverso una trasformazione che prende il nome di termoliquefazione”.
Quello di Gela è solo il primo di una serie di impianti che Eni intende aprire sia in Italia sia all’estero, è stato evidenziato. Il prossimo sarà realizzato a Ravenna nel 2022.