I MOTORI SUZUKI NON TRADISCONO, DAVÌ COMPLETA LA ICE RIB CHALLENGE

Missione compiuta. Sergio Davì ha portato a termine l’Ice Rib Challenge. Il bravo comandante palermitano, ormai avvezzo alle lunghe navigazioni oceaniche, ha raggiunto New York dopo aver navigato per 6.270 miglia sul battello Nuova Jolly Prince 38 CC (11m), battezzato Nautilus Explorer, appositamente allestito per la navigazione oceanica d’avventura. Fondamentali i motori, una coppia di poderosi Suzuki DF350A che l’hanno spinto durante il più lungo dei raid nei quali si sia mai cimentato. Per Davì 20 tappe totali: partito da Palermo ha toccato Isole Baleari, Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Irlanda, Isole Far Oer, Islanda, Groenlandia, Canada prima dell’approdo nella Grande Mela. Aver navigato a latitudini estreme ha alzato l’asticella per l’uomo e per i mezzi ai quali si è affidato, a partire dai motori Suzuki, gli unici al mondo dotati di sistema di propulsione a doppia elica controrotante, esclusiva del costruttore giapponese. I due DF350A hanno messo a disposizione di Davì la loro possente spinta durante le oltre 330 ore di navigazione, che gli hanno consentito di percorrere 6.270 miglia a una velocità media di circa 19 nodi, senza mai perdere un colpo.

“Quando ero fermo a Sydney, in Canada, dovendo puntare su Halifax, ero davvero molto preoccupato perché stava per sopraggiungere l’uragano Dorian – ha raccontato Sergio Davì all’arrivo a New York – e non sapevo cosa fare per tenere in sicurezza me e il mezzo. Meglio fermarsi in attesa che l’uragano scemasse o cercare di anticiparlo nella speranza che il punto d’arrivo potesse offrire maggiore protezione? Ho deciso di partire – ha continuato il navigatore palermitano – perché ho creduto soprattutto che l’affidabilità e la potenza dei motori Suzuki mi avrebbero potuto far arrivare alla meta in sicurezza. La finestra di buon tempo era davvero stretta e sapevo che avrei dovuto navigare più velocemente possibile, certo di poter contare su miei due Suzuki DF350A, che non hanno mai manifestato alcun problema tecnico. Pensando a quanto mi sentivo sicuro a bordo ho preferito navigare ed è stata una scelta ottima visto che a Sydney l’uragano ha fatto molto più danni che ad Halifax”. Iniziata lo scorso 21 giugno l’impresa di Sergio Davì ha anche avuto un aspetto scientifico, per monitorare le microplastiche presenti in mare.

Un’attività che ha visto la co-partecipazione del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e IZS Sicilia (Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Sicilia) che, a partire dai dati raccolti dallo stesso Davì durante l’intero viaggio, condurranno specifiche ricerche per misurare lo stato di salute dei nostri mari e dell’Atlantico. Al suo arrivo a New York, il gommonauta palermitano ha prima voluto rendere omaggio a Liberty Island ed Ellis Island, ricordando i tanti italiani (e siciliani) che in passato hanno dovuto affrontare l’Oceano Atlantico nel loro “viaggio della speranza”. Davì si è poi recato presso l’Atlantis Marina Yacht and Club, a Staten Island, dove è stato accolto con un party di benvenuto organizzato presso il Marina Café, cui hanno preso parte, tra i tanti, anche il Console Generale d’Italia di New York Francesco Genuardi, la stampa locale, e il team della Peace Run.

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]