Nel 2019 in Sicilia sono stati oltre 66 mila gli interventi operativi e 6.661 le investigazioni delegate dalle autorità giudizarie e contabili della Guardia di finanza mentre l’aggressione patrimoniale, prevista dalle norme antimafia, ha interessato beni per complessivi 10 milioni di euro. Un bilancio, quello delle Fiamme gialle, tracciato stamane in occasione del 246^ anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di finanza alla presenza del prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, e di una rappresentanza dei reparti alla sede e del personale in congedo della locale Sezione dell’associazione nazionale finanzieri d’Italia, nel cortile interno della Caserma “Giuseppe Cangialosi”.
La cerimonia, preceduta dai riti dell’“Alzabandiera” e della deposizione di una corona per la “commemorazione dei caduti del Corpo” davanti al monumento che li ricorda, è stata presieduta dal comandante Interregionale dell’Italia Sud-Occidentale, Generale di Corpo d’Armata Carmine Lopez, accompagnato dal Comandante Regionale Sicilia, Generale di Divisione Riccardo Rapanotti.
Sono 792 i soggetti denunciati (di cui 26 arrestati) per le condotte evasive più gravi. Sono stati inoltre individuati 670 soggetti sconosciuti al fisco (evasori totali) e 1.026 datori di lavoro che utilizzavano complessivi 2.518 lavoratori “irregolari” e o completamente “in nero”.
Le indagini patrimoniali, per assicurare il recupero delle imposte evase nei confronti di responsabili di reati tributari, hanno consentito il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per 98,5 milioni di euro, mentre le proposte di sequestro e confisca ammontano a oltre 176 milioni di euro.
E ancora, 241 gli interventi ispettivi sulla regolarità di incentivi erogati (all’industria, all’agricoltura e alla pesca, nonché alla formazione), concluse rilevando frodi per oltre 61 milioni di euro e reati a carico di 268 persone (di cui 8 tratte in arresto); 34 accertamenti su appalti e forniture pubbliche hanno evidenziato irregolarità su flussi di denaro pubblico superiori a 70 milioni di euro e responsabilità penali a carico di 61 soggetti, di cui 9 tratti in arresto. Oltre mille i controlli sulle prestazioni previdenziali e assistenziali, oltre che sulle varie forme di prestazioni sociali agevolate, dai quali sono emerse indebite concessioni per quasi 563 mila euro erogati e 314 violazioni di natura penale”.
I 260 contesti investigativi affrontati nell’ambito delle attività a tutela della “legalità nella Pubblica Amministrazione” hanno consentito di accertare irregolarità di rilievo penale a carico di 869 persone, di cui 70 tratte in arresto.
Il peculato quantificato ammonta a 10 milioni di euro e sono state accertate condotte corruttive/concussive per circa 1,2 milioni di euro complessivi. In questo segmento operativo le investigazioni economico-patrimoniali, mirate ad aggredire i beni accumulati con frode a danno della spesa pubblica, hanno portato al sequestro penale di beni e liquidità per oltre 53 milioni di euro.
La consolidata collaborazione con la Procura Regionale della Corte dei Conti nella lotta agli “sprechi”, ha consentito di rilevare 152 casi di danno erariale, per totali € 144 milioni di risorse della collettività risultate deviate dalla loro corretta destinazione, con la relativa responsabilità amministrativa rispettivamente attribuita a 403 soggetti.
Per quanto riguarda il contrasto alle infiltrazioni della criminalità nell’economia legale, con investigazioni avvalorate dallo sviluppo investigativo di 1.231 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette pervenute dalla Banca d’Italia, nel 2019 ha consentito di aggredire i patrimoni illecitamente accumulati e bloccare numerosi traffici ed interessi criminali. In particolare, è stata esplorata la posizione economico-patrimoniale di 183 soggetti, indiziati di contiguità ai sodalizi di tipo mafioso e di trarre sostentamento dai traffici illeciti.
Tali indagini hanno inoltre interessato i familiari e prestanome degli indiziati, per un totale di 1.327 persone fisiche, nonché 381 persone giuridiche agli stessi ricondotte anche grazie a complesse analisi bancarie e finanziarie. Nei confronti di 57 destinatari di tali accertamenti, è stato proposto all’autorità giudiziaria il sequestro o la confisca, per complessivi 370 milioni di euro di beni e disponibilità finanziarie.
Le indagini nel comparto hanno permesso di individuare specifiche condotte di tipo mafioso nei confronti di 112 persone, di cui 55 tratte in arresto, nonché consentito di denunciare 128 responsabili di azioni mirate al “trasferimento fraudolento di valori”, ossia ad eludere, con artificiosi passaggi di proprietà ed intestazioni fittizie, l’aggressione patrimoniale prevista dalle norme antimafia su beni per complessivi 10 milioni di euro.
(ITALPRESS).