“Usciremo da questa crisi con un terzo delle aziende in grandi difficoltà, quindi a rischio chiusura”. Lo ha detto Marco Granelli, presidente di Confartigianato, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di stampa Italpress.
“Il Covid – ha spiegato – ha colpito duramente un po’ tutti i nostri settori. Se dovessimo fare una classifica su quali sono più in difficoltà, direi il settore della moda, dei mobili, della creazione degli eventi, la filiera legata alla ristorazione e al turismo. È stato un colpo assai duro ma stiamo cercando in qualche modo di tenere perché noi artigiani abbiamo nel Dna una capacità di adattamento e di resilienza che abbiamo messo in campo”.
Per Granelli, quindi, dalla pandemia “si esce non piangendosi addosso”. “Bisogna interpretare questo nuovo corso dell’economia che sta venendo avanti – ha proseguito – all’insegna di una innovazione e una competenza alta. Oggi non è più ammesso essere troppo generalisti. Innovazione, oltre alla tecnologia, vuol dire anche competenza e formazione continua”.
Nei giorni scorsi, il presidente di Confartigianato ha incontrato il premier, Giuseppe Conte. “E’ stato un incontro all’insegna dell’attenzione e della disponibilità”, ha spiegato Granelli.
“E’ stata una bella chiacchierata – ha continuato – che ha anche messo al centro le tematiche per cui ci battiamo. Siamo partiti da argomenti che tutti i giorni hanno a che fare con le nostre aziende, specificatamente il superbonus. Sembrerebbe un tema che può appartenere solamente all’edilizia, in realtà smuove tante altre realtà come legno, plastica, arredo, materie prime”. “E’ un vantaggio duplice: dà respiro al comparto dell’edilizia e consente – ha aggiunto – di rinnovare il patrimonio immobiliare. Per potere avere una ricaduta positiva dovrebbe essere esteso almeno fino al 2023. Mi è stato anticipato – ha continuato – che arriverà al 2022 però con la possibilità che chi ha iniziato un lavoro può ultimarlo nel 2023 e usufruire degli stessi benefici”. Per Granelli è comunque necessario che “diventi una riforma strutturale”.
“Nel collegato alla legge di bilancio – ha aggiunto in riferimento alle altre richieste – abbiamo chiesto espressamente di rivedere la legge quadro dell’artigianato perché noi oggi siamo ghettizzati in un limite dimensionale. Vorremmo essere riconosciuti, come in tutta Europa, con un limite dimensionale che dica che è impresa artigiana quella fino a 49 addetti. Dovremmo essere riconosciuti anche per quello che esprimiamo, per la qualità dei prodotti che abbiamo, per le eccellenze soprattutto in ambito manifatturiero”.
Per Granelli in Italia c’è “un sentimento generale anti-impresa. Oggi – ha proseguito – chi si mette a fare un’attività imprenditoriale si sente molto solo e si sente di combattere contro tante iniquità”, ha spiegato facendo riferimento anche alla burocrazia. Secondo il presidente di Confartigianato, di fronte alle nuove sfide del futuro e, in particolare del digitale, occorre “giocare su due livelli”, ovvero quello di “ricorrere alle nostre botteghe artigiane” per “sostenere le comunità” e allo stesso tempo “allargare un mercato” rivolgendosi anche a un ambito internazionale.
“Stiamo vivendo – ha aggiunto – un’economia di standardizzazione. L’artigianato è riconosciuto come il driver che potrebbe far tornare la personalizzazione, con un elemento di distinguo in un mercato sempre più competitivo e internazionale”. Inoltre, il “vero valore” che c’è nelle aziende è, per Granelli, “il patrimonio umano”. “Abbiamo persone – ha spiegato – che entrano a lavorare con noi in azienda una volta finita la scuola e sono ancora con noi quando vanno in pensione”.
(ITALPRESS).
Granelli “Innovazione per reagire alla crisi Covid”
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