Il Gran Premio di Monaco colleziona una serie di record al rovescio, come la curva più lenta dell’anno, il tornante Fairmont, e la più lenta velocità media sul giro. È un tracciato che richiede un elevato grip meccanico, il che giustifica la scelta delle tre mescole più morbide. Rispetto al 2018 alcune parti sono state riasfaltate, ma non dovrebbero esserci molte differenze visto che il nuovo asfalto presenta caratteristiche simili al precedente. La strategia più probabile è quella a un pit stop. La tempistica per la sosta è cruciale, dato che su questo tracciato è molto difficile sorpassare. L’aderenza è bassa e l’evoluzione della pista è minima – anche perché il circuito viene aperto alla circolazione dopo le sessioni e al venerdì. La vicinanza delle barriere e la sede stradale molto stretta rendono frequente l’ingresso della safety car. A differenza del circuito cittadino di Baku, a Monaco i pneumatici lavorano costantemente e il susseguirsi di curve rende più facile portare in temperatura i pneumatici.
“Com’era prevedibile, a Monaco porteremo le tre mescole più morbide della gamma 2019, con la C5 equivalente alla Pink hypersoft 2018, ma disegnata in modo da avere meno graining con temperature basse e consentire ai piloti di spingere al massimo da inizio a fine dello stint. A parità di performance, non sarà quindi così necessaria una gestione accurata di questa mescola. Monaco non ha eguali, è un gran premio dove ogni opportunità in chiave strategica va afferrata al volo, soprattutto con un periodo di safety car. Su questo tracciato è davvero difficile sorpassare, quindi il tempo guadagnato o perso per il pit stop è fondamentale, come dimostrato lo scorso anno da Daniel Ricciardo che, partito dalla pole position, ha vinto nonostante un problema tecnico che l’ha rallentato” spiega Mario Isola, responsabile F.1 e car racing di Pirelli.
GP MONACO. PIRELLI. MESCOLE PIU’ MORBIDE PER CIRCUITO PIU’ LENTO
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