Gp Italia, a Monza la Formula 1 fa VROOOM!

MONZA (ITALPRESS) – Vrooom è un’onomatopea che imita il suono di un motore che accelera o gira ad alta velocità, tipicamente associata a veicoli come auto, moto o altri mezzi motorizzati. E’ spesso usata per descrivere il suono di un motore potente che accelera rapidamente e può essere utilizzata per evocare l’idea di velocità, energia o azione. L’Autodromo Nazionale di Monza è conosciuto anche come il Tempio della Velocità: non è un caso che qui fu stabilito, nel 2003, il primato della gara di Formula 1 con la velocità media più alta (247,585 km/h) stabilito da Michael Schumacher con la Ferrari. Quale opportunità migliore per dare il nome “VROOOM” al trofeo che, domenica 1° settembre, sarà consegnato sul podio ai primi tre piloti e al rappresentante della squadra vincitrice?
Seguendo una tradizione iniziata nel 2021, il trofeo della gara italiana di cui Pirelli è title sponsor è disegnato da un artista grazie alla collaborazione con Pirelli HangarBicocca. Quest’anno, il compito è stato affidato ad Andrea Sala, artista accreditato nel sistema dell’arte contemporanea, presente in rilevanti collezioni museali e private, che da sempre esplora la relazione tra arte e storia del design e della produzione industriale italiana. VROOOM rappresenta, attraverso forme astratte, la lunga storia dello pneumatico Pirelli e l’idea di velocità e accelerazione.
Il trofeo, composto da una parte aggettante in Valchromat e da una base in alluminio cromato, è realizzato in quattro esemplari – tre per i piloti a podio e uno per il rappresentante del team vincitore.
“L’ideazione e il concepimento del trofeo sono frutto di una serie di sopralluoghi nel mondo Pirelli” – spiega Andrea Sala – “dai reparti di R&D a quelli di produzione per scoprire cosa succede dentro il mondo dei pneumatici, dalla gomma naturale ai materiali impiegati nella loro costruzione, nonchè dell’esplorazione dell’archivio della Fondazione Pirelli. Il nome VROOOM esprime ciò che volevo rappresentare, l’immagine della Formula 1 che ho sempre avuto sin da bambino: il momento della partenza, le monoposto schierate sulla griglia, le luci che si spengono e c’è lo scatto verso la prima staccata. Il trofeo trasforma questo istante – l’inizio di tutto, lo scatto, la velocità – in un oggetto scultoreo”.
VROOOM verrà presentato durante il Pirelli Tyres Talk, un evento riservato alla stampa che si terrà nel Pirelli Hot Laps garage (box 7-8) venerdì 30 agosto, a pochi minuti dalla prima sessione di prove libere. All’evento, insieme all’artista, parteciperanno Nikolas Tombazis, Direttore delle Monoposto FIA, e Mario Isola, Direttore Motorsport di Pirelli.
Un’altra novità che contraddistinguerà il FORMULA 1 PIRELLI GRAN PREMIO D’ITALIA 2024 sarà il Podium Cap che, come già accaduto quest’anno a Miami, Montreal e Silverstone, sarà in edizione speciale contraddistinta dal Tricolore della bandiera italiana.
La terza e, dal punto di vista strettamente tecnico, più importante novità di questa edizione del Gran Premio d’Italia sarà l’asfalto. L’Autodromo ha iniziato un processo di rinnovamento e ammodernamento delle sue strutture per proiettarlo verso il futuro e la prima fase ha incluso il rifacimento totale della superficie del tracciato nonchè la revisione di alcuni sottopassaggi (quello di Santa Maria delle Selve e due lungo il rettifilo fra la variante Ascari e la Parabolica) e la creazione di uno totalmente nuovo che collega l’ingresso di Vedano con la Parabolica, separando così il flusso dei pedoni da quello dei veicoli. Inoltre, sono stati rifatti i sistemi di raccolta delle acque e di drenaggio della pista.
All’inizio del mese di agosto, al termine dei lavori che hanno richiesto l’impiego di 240 operai e 92 mezzi, una squadra di tecnici della Pirelli ha effettuato un sopralluogo per raccogliere dati sul nuovo asfalto, condivisi con la FIA e le squadre in vista dell’ultimo appuntamento europeo della stagione di Formula 1. L’asfalto, come solitamente accade quando il conglomerato è stato posato da poco tempo, risulta più liscio del precedente e di colore più scuro.
Quest’ultima caratteristica avrà un impatto sulle temperature della pista che, in caso di condizioni meteo soleggiate, potrebbero risultare più elevate rispetto al passato e raggiungere anche picchi significativi, superiori ai 50 °C. In teoria, l’asfalto offre maggior aderenza adesiva, il che avrà un impatto sulla prestazione delle gomme e sulle loro temperature d’esercizio. E’ assai prevedibile che assisteremo ad un fine settimana con un’elevatissima evoluzione della pista, man mano che gireranno le vetture delle varie categorie che partecipano all’evento.
Monza è la pista dove, solitamente, si corre con la configurazione aerodinamica più bassa possibile proprio per privilegiare la velocità di punta diminuendo la resistenza all’avanzamento. La stabilità in frenata e la trazione in uscita dalle due chicane sono i fattori che mettono più a dura prova le gomme, anche se non bisogna sottovalutare i carichi laterali esercitati nelle curve veloci, come la Parabolica intitolata a Michele Alboreto e la Grande. Per questo appuntamento, la scelta delle tre mescole da asciutto non è variata rispetto al 2023: C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft.
Su una pista dove il tempo necessario per effettuare il cambio pneumatici è fra i più elevati del calendario, la strategia su un solo pit-stop è sulla carta la più veloce.
Sarà importante verificare nelle prove libere quale potrà essere il ruolo che il nuovo asfalto giocherà sul comportamento dei pneumatici sulla lunga distanza, sia in termini di prestazione che di degrado. Lo scorso anno, la gara si svolse in maniera molto lineare, con le due mescole più dure a fare da assolute protagoniste. Diciassette piloti su venti scelsero di partire con la C4, soltanto tre (Hamilton, Bottas e Magnussen) preferirono la C3. Quattordici piloti effettuarono una sosta sola, sei si fermarono due volte ma uno di loro, Piastri, vi fu costretto a causa del danneggiamento dell’ala anteriore in un duello con Hamilton mentre gli altri cinque (Gasly, Zhou, Lawson, Hulkenberg e Magnussen) provarono questa strategia perchè il degrado prestazionale dei pneumatici già nel primo stint era troppo elevato.
– foto ufficio stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

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