“Riunire sotto lo stesso tetto forze politiche che fino al giorno prima si sono contrapposte non sarà facile: spero che l’autorevolezza di Draghi riesca a stemperare le divisioni che inevitabilmente emergeranno nell’attività quotidiana del governo. Ci sono temi su cui è possibile trovare una sintesi ma serve tempo, mentre temo che le differenze potrebbero trasformare l’esecutivo in un governo di scopo”. Così a Radio Cusano Campus il senatore di Forza Italia e consigliere politico di Silvio Berlusconi, Renato Schifani, che poi ha proseguito: “Il programma di Draghi ha bisogno di almeno due anni: si devono portare a termine riforme importanti come quella del fisco, la semplificazione degli appalti e della burocrazia. Non so se i partiti che sosterranno l’esecutivo, e non mi riferisco certo a Forza Italia, riusciranno a mettere di lato i temi che li contrappongono o se, tra un anno, li metteranno sul tavolo per avviare la campagna elettorale”.
Quanto al M5S, per l’ex presidente del Senato “dal modo in cui è posto il quesito da sottoporre alla base su Rousseau è evidente che i grillini vogliono farsi dire di sì a tutti i costi, ma in Senato penso che almeno una decina di 5 Stelle voteranno contro il governo Draghi a prescindere dall’esito della consultazione”.
Sulla posizione di Giorgia Meloni, Schifani osserva: “merita rispetto, in una democrazia parlamentare un’opposizione condotta in modo costruttivo è funzionale al miglioramento dell’azione di governo. La scelta di FdI non preclude in alcun modo l’unità del centrodestra: è già accaduto che i partiti della coalizione prendessero posizioni diverse in occasione del governo Monti, prima, e dell’esecutivo Lega-M5S, poi. Abbiamo corso e correremo uniti sia alle prossime amministrative sia alle elezioni politiche”.
Infine, quanto a Forza Italia, “spero che la presenza del presidente Berlusconi a Roma diventi sempre più frequente: solo lui è in grado di contenere l’emergere di personalismi divisivi all’interno di Forza Italia e di mitigare atteggiamenti che vanno ricomposti e riportati alla collegialità, quel valore al quale si è sempre richiamato il nostro leader”.
E rispetto ai termini usati nel passato dal M5S contro Forza Italia Schifani ha concluso: “A chi definisce FI partito della mafia ricordo che che nel 2002, da capogruppo, ho stabilizzato il carcere duro per i mafiosi e nel 2008, da presidente del Senato, ho voluto l’approvazione della legge sui sequestri per equivalente post-mortem”.
(ITALPRESS).