ROMA (ITALPRESS) – “Mi trovo mio malgrado a combattere una battaglia di cui non ero a conoscenza prima. Io stesso quando leggevo di femminicidi ero dispiaciuto per le vittime, i familiari, ma poi giravo pagina. Tutti gli eventi che mi sono capitati durante quest’anno, da quando è mancata mia moglie, mi fanno vedere il mondo in maniera diversa. Devo ringraziare mia moglie Monica per avermi fatto conoscere l’essenza dell’amore. Ora mi trovo senza una moglie, senza una figlia, e voglio dire all’Italia che bisogna fare qualcosa. Mia figlia Elena ha centrato il punto, quando ha parlato di patriarcato. La supporterò in tutte le sue battaglie, è una battaglia che dobbiamo fare tutti”. Lo ha detto a “Che tempo che fa”, sul Nove, Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la giovane uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre scorso.
“Patriarcato significa che c’è un concetto di possesso, che è il cuore della faccenda. Ancora oggi usiamo espressioni come ‘la mia donna’, che sembrano innocue, ma non è così”, ha aggiunto.
“Mi impegnerò su questa battaglia. Devo raccogliere le forze, è stato un mese molto pesante, ma l’idea di fondare un’associazione, una fondazione è nei nostri piani”, ha rivelato.
“Io voglio essere come Giulia, ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare l’odio e la rabbia. Forse questo ragionamento può sembrare troppo razionale, ma io voglio amare, non voglio odiare, comunque l’odio ti porta via l’energia – ha sottolineato Gino Cecchettin -. I miei figli piangono una sorella che non c’è più, ma sono forti. Io e loro faremo di tutto per danzare sotto la pioggia”.
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