ROMA (ITALPRESS) – Giancarlo Coraggio è stato eletto all’unanimità presidente della Corte Costituzionale. Ottant’anni, già presidente del Consiglio di Stato, giudice della Consulta dal 2013 e vicepresidente della stessa da settembre 2020, ha scelto come vicepresidente Giuliano Amato. “Sono un pò emozionato, è una occasione particolare e guardando l’immagine di Enrico De Nicola mi sono detto se sono degno di tanto onore. Un grande e sentito ringraziamento ai colleghi che mi hanno eletto all’unanimità, non solo il riconoscimento alla mia anzianità ma anche di amicizia e stima”, ha detto il neo eletto presidente Coraggio, in conferenza stampa.
“Dedico un pensiero a chi mi ha preceduto, a Mario Morelli e a Marta Cartabia, primo presidente donna, un fatto storico, lei è stata la portabandiera di un trend che si va consolidando, infatti oggi sono quattro le donne in Corte. Il fatto che noi ci muoviamo su un delicatissimo terreno – ha aggiunto – ci deve indurre a non interferire e rispettare la discrezionalità del legislatore e la sua fortissima legittimazione politica. Per me è un punto di particolare importanza, mai invadere campi in cui si deve esprime la discrezionalità politica”. Parlando del rapporto tra Stato centrale e Regioni ha poi aggiunto: “è un problema, la riforma del Titolo V per molti versi apprezzabile ma ha lasciato dei problemi. Questo lo si vede dall’immediata esplosione del contenzioso che ha avuto un picco nel 2012 ma che poi ha avuto un trend di riduzione”.
“Uno degli strumenti cardine della soluzione di questi problemi – ha spiegato – è la leale collaborazione, ma così come è costruita dalla stessa Corte richiede dei tempi, ovvero ripetuti tentativi di trovare un accordo. In un momento di emergenziale il meccanismo della leale collaborazione fatica a rendersi operativo, questa è la mia sensazione. Per l’emergenza sono necessari altri strumenti? Non sta a me dirlo, ma come cittadino, prima che come giudice, posso dire che il problema c’è”. Parlando del ricorso ai dpcm in questi mesi di emergenza ha evidenziato: “Ogni volta si impone l’esigenza di trovare il giusto equilibrio. Uno dei casi in cui è possibile limitare la circolazione è proprio la tutela della sicurezza oltre che il diritto alla salute. Il problema però è vedere se in concreto questo equilibrio è stato trovato. Sono state sollevate alcune questioni sui dpcm: da una parte la possibile lesione della funzione del Parlamento, dall’altra fino a che punto fino si è trovato questo equilibrio. Posso dire che sono scelte sempre molto delicate e in tutti i paesi c’è stato un enorme e dibattito su questo problema”.
(ITALPRESS).
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