Giacenza media annua: a cosa serve e come trovarla. Come calcolare la giacenza media annua di una carta o del conto corrente.
La giacenza media annua è un termine riconducibile all’importo medio dei soldi presenti su un conto corrente o su un libretto di risparmio in un periodo di tempo generalmente coincidente all’anno.
Ma che cosa serve il calcolo della giacenza media annua? Quali sono le utilità del conteggio della giacenza media?
A cosa serve la giacenza media annua
Iniziamo con ordine, e ricordiamo come i principali documenti per i quali serve la giacenza media annua sono principalmente la DSU e l’ISEE. Ma cosa si cela dietro a queste sigle?
Molto concretamente, la DSU – Dichiarazione Sostitutiva Unica, è un documento che contiene i dati di patrimonio, di reddito e anagrafici di un nucleo familiare.
L’ISEE – Indicatore Situazione Economia Equivalente, è invece un documento necessario per poter accedere, a specifiche condizioni, a agevolazioni e assistenze in vari ambiti della vita pubblica, come l’iscrizione a scuola, l’utilizzo di servizi sanitari, e così via.
In entrambi i casi, il calcolo giacenza media ricoprirà un ruolo essenziale, considerato che si tratta di un elemento che può contribuire a indicare la ricchezza posseduta dalla persona o dal nucleo familiare. Per questo motivo, la giacenza media dovrà essere indicata nell’apposita sezione dei modelli, legati al patrimonio mobiliare.
Come calcolare la giacenza media annua
Una volta che abbiamo introdotto quanto sopra, possiamo compiere un piccolo passo in avanti per cercare di capire come calcolare la giacenza media annua.
Prima di far ciò, segnaliamo tuttavia come il valore che viene generalmente richiesto per poter completare la documentazione di cui sopra, è la giacenza media che fa riferimento all’importo (appunto, medio) detenuto all’interno dei conti correnti dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di compilazione del modello.
Per tua fortuna, raramente dovrai procedere a conteggiare manualmente la giacenza media annua!
Gli istituti di credito, al fine di soddisfare le domande in tal senso da parte dei propri clienti, hanno infatti predisposto specifici algoritmi che conteggiano la giacenza media al posto dei correntisti. Di norma, la comunicazione dei dati di giacenza media avviene in maniera standardizzata, con indicazione del dato all’interno delle comunicazioni di estratto conto nei primi mesi dell’anno successivo a quello a cui si riferiscono.
Calcolare giacenza media annua
Si tratta di una bella mano d’aiuto! Non solamente potrai evitare di calcolare manualmente questo dato, ma potrai anche evitare di incappare in errori che la banca, evidentemente, non commetterà.
Insomma, avrai un dato “certo” e immediatamente utilizzabile!
Tuttavia, esistono pur alcune situazioni in cui dovrai procedere manualmente a calcolare questo valore in autonomia, perché magari ti serve per periodi differenti a quelli che sono stati conteggiati dalla banca, o perché magari ne hai bisogno subito, o comunque prima che la banca effettui i suoi calcoli.
Ebbene, in questo caso ti basta sapere che la giacenza media annua può essere calcolata dividendo la sommatoria delle giacenze di ogni singolo giorno per il numero dei giorni che compongono un anno civile (365). Dovrai dunque avere l’accortezza di prendere gli estratti conto, nella sezione dello scalare, e fare la sommatoria dei numeri, per poi effettuare la giusta divisione finalizzata all’ottenimento del dato medio.
Giacenza media conto cointestato
E se il conto corrente per il quale stai calcolando la giacenza media è cointestato? In questo caso, il saldo e la giacenza media, di conseguenza, devono essere divisi per il numero di intestatari dello stesso conto corrente.
Pertanto, se il conto corrente è intestato a due persone, dovrai dividere il dato per due. Se il conto corrente è intestato a tre persone, dovrai dividere il dato per tre. Se il conto corrente è intestato a quattro persone, dovrai dividere il dato per quattro e… così via.
Ricorda infine che il conteggio del saldo vale non solamente per i rapporti di conti corrente, ma anche per tutti i depositi che in qualche modo sono a te intestati o cointestati, come ad esempio avviene per le carte prepagate nominative.
Se poi hai necessità di qualche informazione in più, ti consigliamo di consultare l’Agenzia delle Entrate o la tua stessa banca di riferimento, dove troverai ogni indicazione utile per non commettere errori!