ROMA (ITALPRESS) – Migliorare le condizioni di vita nei paesi poveri del Medio Oriente e dell’Africa attraverso il dialogo, la cooperazione e il rispetto reciproco con le economie occidentali. E’ questo l’obiettivo di Kamel Ghribi, non solo un investitore di successo, ma anche un costruttore di legami tra il suo paese d’origine, la Tunisia, l’Africa, il Medio Oriente e il mondo. Il presidente del gruppo GKSD Investment Holding è coinvolto in vari paesi in progetti infrastrutturali autostradali, aeroportuali, sanitari e in altri settori. In Tunisia, la sua patria d’origine, lavora anche per promuovere le esportazioni sui mercati internazionali, come ricorda Financial Afrik in un lungo articolo a lui dedicato.
Il suo obiettivo principale è fare di Tunisi un centro per le industrie e destinare i suoi prodotti al resto dei mercati africani e del Medio Oriente.
Attualmente, la sua principale ambizione è quella di favorire la creazione di un clima economico adeguato, in grado di migliorare le condizioni di vita in Medio Oriente e in Africa attraverso il dialogo, la cooperazione e il rispetto reciproco con le economie occidentali. Per Ghribi solo rafforzando la cooperazione e il dialogo con le nazioni più sviluppate sarà possibile promuovere la ricostruzione di economie povere e società frammentate. Si impegna in questo compito anche in Libia e ha fornito consulenza a imprenditori e governi, come ad esempio al Kenya sotto l’ex presidente Uhuru Kenyatta.
Da Sfax alla ristretta èlite della finanza internazionale, GKSD ha un portafoglio estremamente diversificato, che va dalla sanità e dalla consulenza legale e fiscale all’ingegneria.
Ghribi è vicepresidente del Gruppo Ospedaliero San Donato (GSD), il più grande gruppo ospedaliero privato in Italia. Dopo il terremoto che ha colpito la Siria, Ghribi e il suo gruppo hanno deciso, in coordinamento con le autorità italiane, di inviare attrezzature mediche, incluse ambulanze, per partecipare alle operazioni di soccorso.
Inoltre ha firmato accordi di partenariato con lo Stato egiziano per investire nel settore sanitario e in altri settori di questo paese. “Come tunisino e arabo fiero delle mie origini, considero l’Egitto come il cuore dell’arabismo, la porta dell’Africa e il ponte tra passato e futuro, e la Tunisia come la culla della storia, della cultura, delle arti e della patria, che merita tutto il sostegno, soprattutto in questo momento”, ha detto in un’intervista al giornale Kapitalis, sottolineando l’importanza di “rafforzare i legami storici tra i poli del Mediterraneo in modo che le due forze possano incontrarsi di nuovo e unirsi per tracciare un futuro unico per la regione del Nord Africa e il bacino del Mediterraneo”. Per questo il capitano d’industria ritiene necessario stabilire un ponte tra l’Egitto e la Tunisia, da valorizzare nella cooperazione arabo-mediterranea.
– Foto GKSD –
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