Il bello del calcio – per chi lo racconta, ma anche per gli innamorati consapevoli – è veder realizzate le proprie scelte. Scelte giuste e sofferte, naturalmente. Non quelle comode, legate al Supermister, al Superbomber, ai Superricchi. Conservo da mezzo secolo un insegnamento del mitico Conte Rognoni: “Quando va allo stadio, in tribuna stampa – mi diceva – ascolti quello che dicono i cosiddetti maestri. E scriva il contrario”. Oggi che allo stadio non vado più – anche per non essere trattato da maestro (rimbambito) – leggo e ascolto i più noti opinionisti e dico e scrivo il contrario. Ricetta alla quale aggiungo un dettaglio infallibile: punto sui giovani.
Difendo Garcia fin dall’accoglienza insultante che molti gli hanno dedicato e fino ad oggi – con la collaborazione di De Laurentiis – mi è andata bene. Soprattutto da quando, avendo gridato il nome di Raspadori come un lupo notturno, Garcia ha deciso di farlo giocare. E come dico io: antico Dieci con forza fisica attuale. Non faccio confronti, non mi piacciono. Sottolineo il suo rendimento che non fa rimpiangere Osimhen. E il Napoli va avanti, anche senza il suo campionissimo.
Difendo Mourinho perchè cava sangue da una Roma smorta e dà spettacolo come un vero mago che manipola una realtà modesta e la fa diventare spettacolare. Più di Silvan, meno di Helenio, fa magie: riempie l’Olimpico come se fosse Vasco Rossi, terrorizza come Hitchcock, perdendo, poi ti esalta e vince con uomini – come Dybala e Lukaku, i grandi rifiuti dell’estate – che ha voluto e ricostruito con fatica. E lancia giovani, ricchezza del domani, quando forse non ci sarà più, a Roma, perchè essere considerati bravi tout court – di fama – è molto più bello e meno faticoso che diventarlo sul campo, lavorando e incassando insulti e ingiustizie. AvantiArabia. Come canta un artista romano, “il cielo è sempre più Mou”.
Difendo Allegri perchè credo al suo calcio, anche se sembra insopportabile – corto muso e altre bischerate – da quando opinionisti a piede libero han deciso di contestarne non le sconfitte – ci sta – ma le vittorie. Il baby Miretti, vent’anni, firma il successo fiorentino, mica Vlahovic, mica Chiesa – i venduti viola – e la Juve torna a far spavento. In particolare all’Inter che vola.
E a proposito dell’Inter – e del mio vergognoso menar vanto – adesso Simone Inzaghi è riverito. Ma ho dovuto difenderlo dal primo giorno nerazzurro, da tutti coloro – tifosi compresi – che non lo ritenevano all’altezza, condannandolo ad essere poco più che il fratello di Superpippo. L’unico che ha umiliato il loro Mou.
Il bello del calcio, in fondo, è poca cosa: avere ragione perchè lo si conosce. E avere una squadra del cuore – il Bologna – che cresce per virtù di un tecnico calcisticamente colto; e di un ragazzo coi piedi buoni, Zirkzee, che sarebbe piaciuto a Bernardini. A me subito perchè è dotato di natura. Quasi un mistero senza fine bello, come diceva il Maestro Brera. L’unico che in tribuna stampa mi martirizzava per sapere chi aveva toccato per ultimo quella palla vincente.
Italo Cucci ([email protected])
(ITALPRESS).
GARCIA, MOU, ALLEGRI, INZAGHI…IL BELLO DEL CALCIO E LE SCELTE VINCENTI
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