FVG: TERZO SETTORE, +35% ISTITUZIONI NO PROFIT DAL 2011

“Un esercito straordinario che è riuscito a far fronte a questioni sociali spesso rimaste nascoste, il cui ruolo deve restare forte per vincere la sfida dell’integrazione socio-sanitaria”. Questo il concetto espresso dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso della presentazione del rapporto 2018 del Terzo Settore in Fvg. Scorrendo i dati che fotografano l’incidenza economico-sociale del comparto, Riccardi ha evidenziato che “questi numeri, se raffrontati con gli stessi indicatori a livello nazionale, sono ben al di sopra del peso che normalmente viene attribuito alla nostra regione, a dimostrazione che qui il volontariato sociale trova radici in una sensibilità tipica e nella storia stessa di questi territori”.  Riccardi è poi tornato sul tema del rapporto tra pubblico e privato nell’erogazione dei servizi alla salute del cittadino, rimarcando ancora una volta che “l’organizzazione del sistema socio-sanitario regionale non può trovare risposte esclusivamente all’interno delle aziende sanitarie pubbliche, ma deve necessariamente guardare anche al privato e comprendere il sistema della cooperazione e dell’impresa sociale, elemento irrinunciabile per le risposte che già fornisce”. Alla presentazione, che si è svolta a Udine nella sede della Regione, ha preso parte Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore nazionale la quale ha rivolto un plauso alla
pubblicazione per la profondità di analisi e per la semplicità di linguaggio, che la rende strumento fruibile a tutti. Fiaschi ha poi sottolineato come il Friuli Venezia Giulia sia “dotato di una solida rete di soggetti del terzo settore che investono molto nei rapporti con la Regione e le istituzioni, ma anche di una consapevolezza del proprio ruolo che deve trovare occasione di maturità ulteriore nella riforma nazionale, soprattutto cogliendo quegli strumenti nuovi capaci di incidere sulla qualità di vita delle persone”. Assente, per concomitanti impegni istituzionali, l’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, competente per le politiche sul volontariato, che ha comunque reso noto il suo messaggio: “il terzo settore rappresenta una spina dorsale irrinunciabile per una regione come la nostra, dove non soltanto il volontariato è estremamente diffuso, ma dove spesso associazioni ed imprese sociali risultano fondamentali per l’erogazione di alcuni servizi”. “A breve – ha aggiunto Roberti – partirà il tavolo di lavoro con i rappresentanti delle diverse categorie dal quale emergeranno gli elementi utili per ridefinire la normativa regionale di settore alla luce della riforma nazionale, con il fine di rendere più agevole il lavoro ai volontari e consentire a questo nostro patrimonio di esprimere tutto il suo potenziale”.  Il rapporto, a cura di Paolo Tomasin e Giorgio Volpe, è stato introdotto da Franco Bagnarol, portavoce del forum del Terzo Settore del Fvg, e da Marco Iob, presidente del Centro servizi volontariato del Fvg (Csv), i due enti che ne hanno reso possibile la pubblicazione assieme al contributo dell’amministrazione regionale.  Scorrendo i dati principali del rapporto, emerge il costante aumento del numero di istituzioni non profit (+35% dal 2011 secondo il censimento Istat) che oggi sfiorano le 10.500 unità, ponendo il Friuli Venezia Giulia tra le regioni a maggior incidenza rispetto alla popolazione (una ogni 116 abitanti).  Il mondo non profit impegna 168.916 volontari (+43%) e dà lavoro a oltre 18.200 occupati, pari al 3% degli occupati complessivi, con un aumento in 5 anni di 71 lavoratori ogni 100. Fanno parte del Terzo settore regionale anche 1251 associazioni di volontariato e 856 associazioni di promozione sociale iscritte ai registri regionali. Vi sono poi 211 cooperative sociali che occupano oltre 12 mila persone, dando lavoro anche a quasi 800 persone svantaggiate. In Friuli Venezia Giulia operano inoltre 127 fondazioni.  Al centro del rapporto anche la prospettiva di cambiamento derivante dalla riforma del Terzo Settore nazionale, con uno sguardo al nuovo ruolo della Regione, al sistema degli incentivi e del sostegno per obiettivi locali, nonché al sistema di collaborazione con gli enti locali nell’ambito delle attività socio-assistenziali.

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