Fratelli d’Italia. Davvero. Hanno giocato tutti, da Donnarumma a Sirigu. Superturnover? No. Due Italie. Lo facevo poeta ma è il ragionier Mancini che ha colpito, stavolta. Senza darsi a biscotti, semplicemente valutando le possibilità e capacità dell’avversario per arrivare comunque primo. Il Galles, in fondo, è stato poco più di uno sparring partner, giusto due colpi falliti da Ramsey e Bale. Così siamo agli ottavi, primi nel girone di questo che ricorderemo come l’Europeo delle Due Italie. Ci ritroveremo a Wembley, il 26, sabato sera, quasi certamente contro l’Ucraina di Shevcenko.
Niente turnover – dicevo – quando gli azzurri scendono in campo con otto cambi, dell’Italia 1 restano solo Bonucci, perno della difesa, Jorginho, regista principe, e naturalmente Donnarumma che porta a 1054 i minuti d’imbattibilità e regala un gran sorriso a Sirigu quando all’89’ gli lascia il posto. Ho scelto il sorriso del Gigio per sottolineare la rincuorante esibizione di solidarietà – di fratellanza – degli Azzurri. Qualcuno ha parlato di retorica pallonara, in realtà solo dal calcio – in questi tempi inquieti in cui ci si divide anche sui vaccini – poteva venire una dimostrazione storica di compattezza. Storica: 30 partite senza sconfitta, come l’Italia dell’Alpino Vittorio Pozzo, imbattuta fra il novembre del 1935 e il luglio del 1939 (c’ero, ah ah). Ma disse, saggio, il professor Mancini: “Confrontiamoci pure, peccato mi manchino due vittorie mondiali”. Ho conosciuto bene Pozzo, un caratteraccio, sicuramente ha gradito (dall’aldilà) la precisazione. Anche se per noi il dato di questa fase aggiunge un motivo in più per vincere, finalmente, l’Europeo che ci manca dal 1968. Due Mondiali li abbiamo comunque vinti.
Da Pessina gol – dicevo – sono entrati tutti, tutti sorridendo insieme a chi gli lasciava il posto, tutti salutati con una carezza. Mi ha colpito l’esordio di Giacomo Raspadori, ventunanni, il terzo sassolese, attaccante di qualità eppure a rischio enfasi: lo hanno paragonato a Pablito, ad Anastasi, anche a Butragueno. In memoria di un grande amico perduto, Giacomo Bulgarelli, il confronto storico del ragazzo lo faccio con lui, non solo perchè Giacomino era di Portonovo e Giacomo è di Bentivoglio, due paesi vicinissimi dalle parti di Bologna, ma perchè il campione rossoblù esordì il 7 giugno del 1962 ai Mondiali del Cile, a ventunanni, contro la Svizzera. Segnando due gol. Auguri Giacomo.
(ITALPRESS).
FRATELLI D’ITALIA, UNA NAZIONALE CHE VINCE ANCHE COL SORRISO
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