“L’Unione Europea si impegni per garantire il rimpatrio dei minori figli di foreign fighters: si tratta spesso di bambini molto piccoli che non hanno colpe e sono essi stessi vittime di crimini commessi da adulti, e lo stesso vale per quelli un po’ più grandi, la cui eventuale adesione gruppi terroristici non può ritenersi libera bensì, al contrario, frutto di coercizione”. Lo ha detto, in commissione Libe al Parlamento Europeo, l’eurodeputata di S&D Caterina Chinnici durante il dibattito sulla situazione dei figli dei foreign fighters trattenuti in Siria e in Iraq e sul loro possibile rientro nell’Unione europea. Allo scambio di opinioni hanno partecipato il coordinatore antiterrorismo dell’Ue, Christiane Hoehn, Marie-Dominique Parent dell’ufficio europeo dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, il direttore dell’Ocam (Organismo di coordinamento per l’analisi della minaccia) Paul Van Tigchelt e Jacqueline Hale, responsabile di Save the Children per le attività di sensibilizzazione dell’UE. “È necessario – ha aggiunto Chinnici – aiutare questi bambini a rientrare, a superare i traumi vissuti e a reinserirsi in società. Abbiamo il dovere di intervenire per restituire loro la fanciullezza di cui sono stati privati. È compito innanzitutto dei singoli stati, ma l’Unione deve dare il proprio contributo, non può rimanere indifferente”. (ITALPRESS).
FOREIGN FIGHTERS, CHINNICI “UE AIUTI MINORI A RIENTRARE”
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