Fondo per il Cinema, Consiglio di Stato annulla decreto Ministero Cultura

INTERNO DI SALA DI CINEMA (MILANO - 2001-08-14, ) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – “E’ illegittimo il decreto del Ministro della cultura di riparto del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo per l’anno 2022, nella parte in cui esclude dal riparto delle risorse le imprese esterne al settore cinematografico audiovisivo e pertanto va annullato”.
Lo afferma il Consiglio di Stato con una sentenza che ha accolto le ragioni della società cinematografica, assistita dall’avvocato
Gaetano Armao e dagli avvocati Bruno della Ragione ed Enrico Mormino e, rigettando l’appello del Ministero, e confermato analoga pronuncia del Tar Lazio del 2023.
Una primaria Societa di produzione cinematografica aveva impugnato nel 2022 il decreto che escludeva dal finanziamento i crediti di imposta previsti dalla disciplina cinematografica delle imprese non appartenenti al settore cinematografico audiovisivo per un investimento di oltre un milione di euro.
I giudici amministrativi hanno ritenuto illegittima ed hanno annullato l’esclusione di tale categoria ritenendola “in violazione delle norme di settore” e riconoscendo che “l’amministrazione non detiene alcuna discrezionalità nell’esclusione di una categoria di beneficiari espressamente indicata da legge”.
In particolare, per i Giudici di Palazzo Spada, “l’atto ministeriale – pur condiviso dal Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo e proposto dalla Direzione Cinema – non è espressione di funzione d’indirizzo politico. Si tratta, invece, di un atto amministrativo che la normativa sul cinema disciplina e sulla base della quale il Ministro deve ripartire il Fondo per il cinema tra le tipologie individuate, nessuna esclusa. Quindi anche in favore di quelle non appartenenti al settore cinematografico audiovisivo, illegittimamente escluse”.
Si tratta di una misura finanziaria per l’attrazione di ingenti investimenti di rischio di imprese (bancarie, industriali, commerciali), che finanziano la produzione di film italiani, in esecuzione di contratti di associazione in partecipazione stipulati con produttori nazionali.
Il Ministero della cultura – che è stato condannato alle spese in entrambi i gradi di giudizio dovrà ripristinare le assegnazioni finanziarie anche per le imprese esterne al settore cinematografico audiovisivo, con effetto retroattivo.

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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