ROMA (ITALPRESS) – Si è chiuso il Congresso nazionale dei farmacisti italiani, quest’anno declinato in formato digitale per rispettare le regole di prevenzione del contagio. Una circostanza che non ha impedito nè un dibattito di alto livello scientifico, nè una grande partecipazione, in remoto, dei professionisti italiani. “Indubbiamente un bilancio positivo, anche in questo drammatico 2020. Credo che la pandemia abbia messo in luce il lavoro nascosto che da sempre i farmacisti svolgono nella tutela della salute, nell’ospedale come nelle farmacie e negli esercizi di vicinato” dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. “In questi tre giorni di lavori è stata messa a fuoco l’opera dei farmacisti durante la fase più acuta della crisi per assistere i cittadini, avviando nuovi servizi nelle farmacie, impedendo che la chiusura generale del paese comportasse un’interruzione dell’acceso al farmaco e della prosecuzione delle cure”, ha aggiunto.
“Essere riusciti a esprimere tutto questo nel nostro Congresso è un grande risultato il cui merito va condiviso con la Fondazione Cannavò e il suo presidente Luigi D’Ambrosio Lettieri, con Federfarma e il suo presidente Marco Cossolo, con Utifar e il suo presidente Eugenio Leopardi”, ha spiegato Mandelli.
Il confronto con i decisori politico-sanitari e con i rappresentanti dei cittadini ha toccato anche il futuro della professione. “Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato qui che l’evoluzione del Servizio sanitario si impernia sulla prossimità e che in questo progetto la farmacia come presidio polifunzionale sarà una componente centrale dell’assistenza sul territorio”, prosegue Andrea Mandelli.
“E’ un’evoluzione del nostro ruolo, in sinergia con gli altri professionisti della salute, che la Federazione ha promosso e preparato negli anni e che richiede una forte innovazione del percorso universitario. Su questo aspetto cruciale abbiamo riscontrato una piena sintonia con il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi”, prosegue.
Ma la pandemia impone anche che si realizzino a breve termine alcune misure che avrebbero un forte impatto sulla gestione della crisi: coinvolgere i farmacisti delle campagne vaccinali e di screening, riportare sul territorio i farmaci che oggi sono distribuiti in ASL e ospedali soltanto per ragioni di costo. “Siamo sempre stati disponibili a supportare in tutti modi possibili il Servizio sanitario, ma non possiamo nascondere che la rete delle farmacie è in sofferenza economica, che i nostri colleghi ospedalieri sono in numero inferiore alle necessità, che i farmacisti collaboratori attendono il rinnovo di un contratto per il quale oggi non ci sono risorse sufficienti”.
“Chiediamo che anche sul capitolo dell’assistenza farmaceutica si riprenda a investire”, conclude il presidente della FOFI,”modificando la remunerazione delle farmacie, ampliando il numero e le funzioni dei farmacisti negli ospedali. Abbiamo fatto tutto il possibile con gli strumenti che avevamo a disposizione, chiediamo di essere messi nelle condizioni di fare di più per la salute dei cittadini e per rendere più forte il SSN”.
(ITALPRESS).
Fofi, investire sul ruolo dei farmacisti per un Ssn più forte
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