ROMA (ITALPRESS) – Un mese di marzo senza piogge significative e un mese di aprile considerato dalla statistica uno tra i più freddi degli ultimi 30 anni, caratterizzato da temperature ben al di sotto delle medie (generalmente -2 gradi), hanno impedito il repentino scioglimento del manto nevoso presente sui rilievi e il contestuale verificarsi delle cosiddette “morbide” primaverili del Grande Fiume, ovvero la discesa lenta, ma corposa dei flussi di risorsa idrica lungo l’asta del Po fino al Delta. Le precipitazioni abbondanti che però stanno cadendo, abbastanza uniformemente, sul Distretto idrografico del Po in queste ore e che con ogni probabilità cadranno anche nei prossimi giorni secondo le previsioni degli esperti, unite al progressivo scioglimento delle nevi presenti su gran parte dell’Arco alpino, potranno garantire la presenza costante della risorsa idrica nel bacino. E’ questo il dato più rilevante emerso nel corso del meeting periodico dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi Idrici nel Distretto del Fiume Po.
L’incontro si è tenuto stamane in collegamento da remoto tra tutti i partner (Ministero della Transizione Ecologica, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento della Protezione Civile, ADBPo, AIPo, Regione Emilia-Romagna, Regione, Liguria, Regione Piemonte, Regione Lombardia, Regione Veneto, Regione Valle d’Aosta, Regione Toscana, Regione Marche, Provincia Autonoma di Trento, ISTAT, ISPRA, ANBI, CREA, Terna, Utilitalia, ANEA, Assoelettrica, Consorzio del Ticino, Consorzio Adda, Consorzio dell’Oglio) dalla sede parmense dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po e che, in apertura di seduta, ha visto il segretario generale di ADBPo Meuccio Berselli sottolineare come la situazione di partenza nell’analisi integrata dei dati fosse già di Bassa Criticità caratterizzata da precipitazioni, fenomeno che, come anticipato, si è parzialmente verificato nel periodo di interesse, ma che si verifica in queste ore e si verificherà nei prossimi giorni.
L’evento meteorico degli inizi di maggio ha ricolmato i Grandi Laghi, che versavano già in una condizione non ottimale soprattutto il Lago Maggiore ed il Lago di Como. L’assenza di precipitazioni e lo scarso scioglimento delle nevi ha caratterizzato il livello che si attesta, comunque, al di sotto delle medie, solo parzialmente mitigato dalle ultimissime piogge. Sul Lago Maggiore l’idrometro di Sesto Calende misura +39,5 cm sullo zero idrometrico. Gli altri laghi, specie il Lago di Garda, si mantengono di poco superiori alle medie.
Il clima freddo del mese di aprile e l’elevata densità della neve indicano una maggior resistenza alla fusione e quindi la tendenza ad una durata maggiore della neve stessa sul terreno. Sull’arco Alpino è presente ancora un quantitativo di neve superiore alle medie seppur con differenze marcate tra Piemonte (sotto le medie) e Lombardia (sopra le medie).
Regime moderatamente ciclonico con precipitazioni che saranno al di sopra dei valori del periodo e temperature generalmente in linea. Prossimamente la limitata espansione dell’anticiclone lascerà una “porta aperta” sull’Atlantico che potrà dar luogo anche a frequenti ed intense precipitazioni zonali.
“La situazione del mese appena trascorso – ha commentato il segretario Berselli – indica come le precipitazioni sotto le medie del mese di aprile abbiano di fatto posticipato l’incipiente siccità verificatasi in marzo, ma il contesto attuale ci regala un quadro complessivo molto più roseo alla luce delle piogge e delle nevi presenti in montagna che, con il loro scioglimento, incrementeranno le portate future grazie temperature più alte. Per questo, oltre a consentire al Consorzio del Ticino gestore dei livelli del Lago Maggiore di invasare risorsa idrica fino a quota 1,25 come potenziale riserva, abbiamo concertato per questa fase temporale un semaforo verde con mancanza di criticità nel distretto”.
(ITALPRESS).
Fiume Po, ristoro momentaneo grazie alle piogge imminenti
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