Filotto. Mai visto. E ne ho avuto, del tempo, da quando ragazzo conobbi le adorabili follie di Omar Sivori. E per fortuna (juventina) filotto con vittoria, sofferta ma aderente allo slogan bonipertiano che pare faccia soffrire tanti re-inventori del calcio. Sì, vincere è l'unica cosa che conta, altro che la voglia rabbiosa di infiltrare anche nel gioco del pallone l'insopportabile, ipocrita principio del politicamente corretto. Criticano, ridacchiano a denti stretti – come succede da otto campionati – solo i perdenti, quegli squadroni che in agosto erano da scudetto e adesso si spacciano per "aspiranti partecipanti alla Champions", grassa consolazione economica per quelli che non sono riusciti a infastidire la Juve di Conte – l'amatissimo che ne ha vinti tre, di scudetti – e di Allegri, lo sgradito, prima trattato da infiltrato eppoi – dopo cinque trionfi – appena sopportato. Perché ha perso la Coppona nonostante il mega acquisto di Ronaldo che non ha migliorato il trend, non in Europa, neppure in Italia, nonostante il clamoroso azzeramento di Higuaîn e quello subdolo (ma non troppo) di Dybala.
Massì, viene spontaneo cercare di trovare un mucchio di difetti alla Vecchia Signora, e tanti sono quelli che le raccomandano un profondo lifting come se fosse un rudere e invece da cent'anni onora il nome che le diedero i Padri Fondatori: Giovinezza. Eterna, sembrerebbe. Proprio grazie a quelli che non la sopportano più e osano definire "povero" questo campionato. Ma cos'hanno fatto per fermarla il Napoli, l'Inter, il Milan, la Roma, la pluricelebrata aristocrazia ridotta come quei mitici Circoli della Caccia che chiudono i battenti perché non c'è più chi paghi esagerate quote? Cos'hanno messo in campo per contrastare la più democratica dittatura di tutti i tempi? Quali campioni hanno ingaggiato per ferire l'avversaria che ne ha acquistati tanti, dunque accusata – è l'ultima moda – d'ingiusto superfatturato, quando lo scudetto nel gran finale se l'è conquistato addirittura con i gol di Kean e impiegando ragazzotti che confermano l'Eterna Giovinezza? Se la Juve ha sofferto – ed è vero – è solo colpa sua. Ha sbagliato l'incontro con l'Ajax non solo per merito dei baldi olandesi oggi portati alle stelle ma perché ha fatto investimenti esagerati per offendere e sottovalutato la necessità di ricostruire la superdifesa che dall'Ottantadue al Duemilasei, fino a ieri, da Gentile, Cabrini, Scirea a Barzagli, Bonucci, Chiellini ha garantito trionfi azzurri e bianconeri. Ho scritto che la presenza di Cristiano Ronaldo è stata azzerata dall'assenza di Chiellini. E per fortuna il guerriero inventato da Marcello Lippi è stato presente nel tempo ch'è servito per vincere otto scudetti consecutivi. Questo è lo scudetto numero 35, per gli ultrà presenti anche al vertice 37, compresi quelli versati a Calciopoli, e vien voglia di dire chissenefrega se li contano come buoni, tanto chi può contendere alla Signora le stelle e i tricolori che la fan sembrare arrogante? Ho vissuto stagioni, con i Moratti e Berlusconi, in cui si respirava aria di sfida, voglia di lottare contro gli Agnelli e la loro supersviluppata creatura; stagioni irripetibili da quando i nobili decaduti combattono per un posto in Champions senza essere Campioni d'Italia. E s'accontentano. Perché i soldi contano più della gloria.
Signora Juventus, non dimentico di averti vista pareggiare, a Rimini, esordendo il 9 settembre 2006 nel campionato di Serie B – mortificata ma non distrutta – riprendere il cammino della ricostruzione di una storia ineguagliabile. E allora, sinceramente, chapeau.