F1 IN UNGHERIA, POSSIBILE VARIETÀ DI STRATEGIE

Lasciata la Germania, la Formula Uno si sposta un po’ più a Est. La maggior parte dei piloti ha iniziato la carriera sui kart, e il circuito dell’Hungaroring ricorda molto le piste da go-kart, grazie alla serie continua di curve strette e tortuose sulle quali i pneumatici lavorano senza sosta. Per il Gran Premio d’Ungheria, Pirelli ha nominato C2, C3 e C4 quali White hard, Yellow medium e Red soft.
L’Hungaroring si contraddistingue per la rapida successione di curve, la maggior parte delle quali lente. I pneumatici lavorano costantemente, senza possibilità di raffreddarsi. La media delle temperature ambiente e asfalto sono tra le più elevate della stagione. Il caldo non solo aumenta il degrado termico, ma rappresenta anche una vera sfida per i piloti. Oltre ad essere lento, questo circuito è situato in una conca: di conseguenza il flusso d’aria sulle monoposto è scarso. I livelli di usura e degrado dei pneumatici sono comunque generalmente bassi. Le tre mescole nominate per questa gara sono simili a quelle del 2018, quando furono scelte medium, soft e ultrasoft. La mescola C2 (la hard in Ungheria) è leggermente più morbida rispetto alla medium 2018 e viene spesso utilizzata anche quando viene nominata come hard. In nove gare su undici finora disputate sono state utilizzate tutte e tre le mescole. I team usano configurazioni ad alto carico aerodinamico, adatte per questo tipo di circuito, sul quale è molto importante anche il grip meccanico. Nel 2018 i tre piloti a podio hanno usato tre diverse strategie. Lewis Hamilton su Mercedes ha vinto con una sosta ultrasoft-soft, fermandosi al giro 25 (di 70) e senza mai utilizzare la mescola più dura. Tattica alternativa soft-ultrasoft per Sebastian Vettel, secondo, mentre Kimi Raikkonen è arrivato terzo con due pit stop effettuati. “Come da tradizione, l’Ungheria ospita l’ultimo gran premio prima della pausa estiva – le parole di Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing Pirelli – Per i piloti, si tratta di una gara particolarmente impegnativa dal punto di vista fisico e strategico. È un tracciato piuttosto stretto sul quale è difficile sorpassare, oltre ad essere scivoloso fuori traiettoria. Di conseguenza, la posizione in griglia di partenza è fondamentale, così come la tattica. Questa è una gara che può riservare delle sorprese e in passato abbiamo visto che i team possono ottenere un buon risultato anche con monoposto meno performanti. Nel 2018, con tre mescole molto simili a quelle di quest’anno, sono entrate in gioco diverse strategie, dopo una qualifica condizionata dalla pioggia. Speriamo di avere la stessa varietà di tattiche anche quest’anno”.

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