Evirazione: cos’è e cosa significa “evirato”

evirazione

Evirazione: cos’è e in cosa consiste. Chi è un evirato e in quale parti del mondo si pratica ancora l’asportazione dei testicoli e genitali.

L’evirazione è una pratica che consiste nell’asportazione delle gonadi dell’essere umano, in particolare, l‘evirazione maschile consiste nell’asportazione dei testicoli. Un maschio deprivato dei testicoli è detto “evirato” o “castrato“. I termini castrazione ed evirazione sono usati come sinonimi.

Evirazione femminile

Sentiamo spesso parlare di evirazione maschile o femminile. L’evirazione è una pratica di castrazione che può riguardare l’uomo o la donna, tuttavia spesso si cade in equivoco e con il termine “evirazione femminile” si fa riferimento a una pratica diversa che è l’infibulazione. Per un approfondimento sulla cosiddetta evirazione femminile vi invito a leggere la pagina dedicata all’infibulazione.

L’evirazione femminile si chiama ovariectomia e consiste nella rimozione delle ovaie nella femmina. L’amputazione della clitoride, invece, è detta infibulazione e non evirazione femminile.

Evirazione maschile o castrazione totale

Nel maschio, l’evirazione può prendere diverse connotazioni.

Si parla di:

  • evirazione nera quando l’asportazione dei testicoli è seguita accompagnata dall’asportazione del pene, in questo contesto si parla anche di castrazione totaleevirazione completa.
  • Evirazione bianca quando si provvede con l’asportazione chirurgica dei soli testicoli.

L’evirazione è fermamente condannata e oggi non è un fenomeno diffuso. Al contrario, l’infibulazione (mutilazione genitale femminile) è un fenomeno diffuso sia per fattori culturali che religiosi (soprattutto tra le donne islamiche/musulmane). Nel mondo islamico la castrazione è stata praticata fino all’età contemporanea al fine di reclutare gli inservienti della Kaʿba di Mecca, d’origine africana.

Nel subcontinente indiano, ancora oggi, alcuni membri della comunità hijra praticano l’evirazione come tiro di passaggio, in un’usanza chiamata nirwaan. Negli Stati uniti, alcuni maschi della sottocultura di Nullo subiscono volontariamente l’evirazione. Questi citati, sono gli unici casi di evirazione ancora presente ai giorni nostri.

Nella storia, l’evirazione è stata praticata a diversi scopi, quali:

  • Produrre voci bianche
  • Motivi religiosi
  • Motivazione Punitiva
  • Per produrre eununchi

Analizziamo ogni motivazione.

Per produrre le cosiddette “voci bianche” del Clero

Per produrre “Voci Bianche”.
Nei cori ecclesiastici dove era vietato l’accesso alle donne, il clero evirava i maschi intorno all’ottavo anno di età per poterne conservare una voce fanciullesca. Questa pratica, oltre che immorale e inumana, andava anche contro lo stesso Antico Testamento (nessuno i cui testicoli sono stati schiacciati o con un organo maschile tagliato potrà mai entrare nell’Assemblea del Signore)

Motivi Religiosi, sette e culti

Diversi culti religiosi vedevano la castrazione come pratica necessaria. Tra i culti vi è quello di Cibele in cui i devoti praticavano l’evirazione spontanea e auto-castrazione, il culto degli Skptsy (una setta russa di fine Settecento). Nella religione cristiana l’evirazione è state legata solo alla produzione di voci bianche, solo un gruppo esiguo di cristiani, in epoca molto antica, consideravano l’evirazione come un atto virtuoso per distaccarsi dai desideri impuri. Origene e Valesio (suo discepolo) attuarono spontaneamente tale pratica per elevarsi in virtuosismo e distaccarsi dai desideri peccaminosi delle carni.

L’evirazione come punizione

In Russia e in Cina la castrazione era una pratica molto comune per punire chi aveva commesso stupri o crimini crudeli. In Africa e nel Medio Oriente, gli schiavi arabi veniva spesso castrati a scopo preventivo.

Per dare origine agli eunuchi

Chi sono gli eununchi? Uomini da sfruttare nelle corti sovrane, soprattutto orientali e musulmane, uomini prodotti al fine del commercio.

Nella cultura islamica, gli enunchi (che talvolta subivano solo evirazione bianca, solo più raramente evirazione completa) erano parte del normale corredo dei potenti, come il Califfo, i governatori e i Sultani. Tra le mansioni affidate agli enunchi? La gestione degli harem e, chi si distingueva per doti intellettuali, anche la cura dell’amministrazione o dell’apparato strategico militare. Secondo fonti islamiche coeve o di poco successive, il califfo abbaside al-Muqtadir (895 – 932) possedeva 11.000 eunuchi