Eurogruppo, da Bruxelles ok alla stabilità per la difesa

Bruxelles - 26/01/2019 - Bruxelles (Belgio) la sede della Commissione Europea (Bruxelles - 2019-01-26, Francesco Mollo) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

MILANO (ITALPRESS) – Inizia il valzer dei ministri finanziari a Bruxelles. Si parte oggi con i rappresentanti della zona euro (Eurogruppo) e si prosegue domani con i 27 della Ue (Ecofin). Il tema della difesa non è ufficialmente inserito nel programma, ma la due giorni sarà decisiva per il per il maxi piano da 800 miliardi per riarmare l’Europa.

Il vice-presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, all’ingresso della riunione ha chiesto nuove eccezioni al Patto di Stabilità che, appena ripristinato dopo gli anni del Covid, potrebbe fare un’altra pausa per consentire all’Europa di armarsi: “Le circostanze cambiano, e le regole fiscali devono evolversi di conseguenza”.

Per quanto le spese per la difesa quello “che proponiamo è di attivare le clausole di salvaguardia nazionali, che consentiranno agli Stati membri per un periodo di tempo limitato, un periodo di quattro anni, di spendere di più per la difesa fino all’1,5 percento del Pil per ciascuno anno”. Secondo alcuni osservatori, le dichiarazioni di Dombrovskis potrebbero rappresentare una via d’uscita per Paesi come l’Italia, che rischiano di essere penalizzati da una rigida adesione al Patto di Stabilità, in un momento in cui l’Europa ha bisogno di rilanciare gli investimenti pubblici.

Il ministro italiano dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che la flessibilità fiscale proposta potrebbe favorire un ritorno alla crescita, soprattutto se accompagnata da un maggiore impegno a livello europeo per la stabilizzazione delle economie più fragili. Se da un lato l’Italia accoglie favorevolmente una maggiore flessibilità, dall’altro la Germania ha espresso una netta opposizione alla proposta di Eurobond, uno degli strumenti che molti Paesi, tra cui l’Italia, vorrebbero vedere introdotti come misura per finanziare le iniziative comunitarie.

Il ministro delle Finanze tedesco, Joerg Kukies, al suo arrivo all’Eurogruppo ha spiegato che la Germania è scettica sugli eurobond se indirizzati solo ad aumentare il debito e distribuirei fondi ai Paesi. Europei. “La Germania – ha detto – è disponibile al finanziamento comune di progetti europei sulla difesa”.

Sull’ipotesi di (ri)modificare le regole Ue sui conti “dovremmo vedere specifiche proposte per dare risposte”. Ma in generale “una cosa che dovremmo anche mostrare al mondo è che l’Europa è tornata non solo in termini di creare margini per la spesa in difesa, ma anche per intervenire sulla sua mancanza di competitività, che è l’altra faccia della medaglia”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’Olanda con le parole di Eelco Heinen, ministro delle Finanze. “I Paesi Bassi non sono a favore degli eurobond con un aumento del debito” comune Ue a sostegno degli investimenti nella difesa “perché questa non è una soluzione a lungo termine: non puoi spendere per uscire dall’indebitamento”, ha detto.

Tra le altre proposte sul tavolo c’è quella della Francia ha attirato particolare attenzione. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha proposto di ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni provenienti da Paesi terzi, e di adottare politiche che incentivino l’acquisto di prodotti europei. Secondo Macron, l’Europa deve investire nella propria sovranità economica, puntando a un’autosufficienza che permetta di proteggere le proprie economie dalle turbolenze globali e dalle fluttuazioni dei mercati internazionali.

Questa proposta ha ricevuto il sostegno di diversi Paesi membri, ma ha anche suscitato critiche, in particolare da parte dei Paesi che temono un aumento dei costi per i consumatori e una possibile riduzione della competitività europea sui mercati globali. La Germania, in particolare, ha mostrato riserve sulla proposta, temendo che una spinta protezionista possa danneggiare le esportazioni europee e compromettere la crescita economica a livello globale.

L’Eurogruppo ha quindi messo in luce le profonde divergenze che esistono all’interno dell’Eurozona. Se da un lato le dichiarazioni di Dombrovskis segnano una possibile apertura verso un’Europa più flessibile dal punto di vista fiscale, dall’altro le tensioni tra i Paesi membri, in particolare tra Germania, Italia e Francia, sembrano confermare che il cammino verso una maggiore integrazione economica non sarà privo di ostacoli.

La posizione italiana, favorevole a una revisione delle regole fiscali, contrasta con quella tedesca, che continua a difendere il principio di stabilità e rigore. Nel frattempo, la proposta francese di una maggiore sovranità economica solleva ulteriori interrogativi su come l’Europa possa affrontare le sfide globali senza compromettere la sua competitività.

– Foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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