ROMA (ITALPRESS) – Con un numero di nuovi casi annui in crescita nella maggior parte dei Paesi, l’epatocarcinoma o carcinoma epatocellulare (HCC) è attualmente la principale causa di mortalità nei pazienti cirrotici e continua a essere un tumore altamente letale, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni inferiore al 20% (cioè meno del 20% dei pazienti è ancora in vita a distanza di cinque anni dalla diagnosi) anche nei Paesi sviluppati. Tuttavia, ci sono ancora ampi margini di miglioramento per la sopravvivenza a questo tumore grazie all’arrivo di nuovi farmaci, in particolare le immunoterapie, e nuove combinazioni terapeutiche, e grazie a una gestione integrata e multidisciplinare dei pazienti, secondo il Patient-Journey, ovvero un modello nuovo di studio che mette a fuoco il percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti in ogni fase della malattia. Si tratta di un modello di studio che integra la raccolta di dati real-world, basati sulle linee guida, con le sperimentazioni randomizzate necessarie per risolvere le incertezze terapeutiche che rimangono o si generano a seguito della immissione in commercio dei nuovi farmaci.
Argomento di discussione in occasione dell’11^ edizione del workshop di Economia e Farmaci per l’Epatocarcinoma (WEF HCC) organizzato da 3P Solution e accreditato Age.na.s, promosso dai professori Antonio Gasbarrini e Americo Cicchetti dell’Università Cattolica, campus di Roma. “La cura dell’epatocarcinoma si trova oggi a un punto di svolta, poichè nel breve periodo è previsto l’arrivo di numerosi farmaci innovativi, in grado di incidere notevolmente sull’aspettativa di vita del malato, che verranno introdotti in prima, in seconda linea e come rescue therapy”, spiega il professor Antonio Gasbarrini, Ordinario di Medicina Interna, Facoltà di Medicina, Università Cattolica, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Roma.
“Esistono diverse questioni irrisolte – sottolinea il professor Carlo Cammà, Ordinario di Gastroenterologia Direttore Scuola di Specializzazione in Gastroenterologia di Palermo, Università degli Studi di Palermo -. Con l’introduzione di nuovi farmaci, in primis le immunoterapie – spiega – va posta massima attenzione all’importanza della multidisciplinarietà nella cura dei pazienti; la multidisciplinarietà porta di conseguenza a coinvolgere i maggiori stakeholder, epatologi in prima linea, poi oncologi, società scientifiche, decisori e associazione pazienti”.
“L’epatocarcinoma – rileva il dottor Francesco Perrone, Direttore Unità Sperimentazioni Cliniche Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”, Napoli – è uno dei tumori solidi per i quali in questi mesi stiamo facendo notevoli progressi grazie alle combinazioni di immunoterapia e farmaci a bersaglio molecolare. In queste settimane è in discussione la rimborsabilità in Italia della combinazione atezolizumab-bevacizumab, il primo trattamento che ha dimostrato di essere più efficace in termini di effetto sulla sopravvivenza del sorafenib, farmaco che è stato un punto di riferimento per la terapia di prima linea per oltre 15 anni”.
“Al fianco dell’evidente burden di salute, appare rilevante anche il peso economico – spiega Americo Cicchetti, professore ordinario della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica e direttore di ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari) -. Studi recenti, stimano un costo diretto per un paziente in prima linea di trattamento intorno ai 15.000 euro al mese che sale a 16.000 euro/mese per i pazienti in seconda linea. E’ bene però sottolineare che oltre ai costi diretti, ci sono i costi indiretti e sociali per pazienti e familiari ad impattare in modo molto significativo. Innovazioni tecnologiche in grado di affrontare efficacemente questa condizione clinica avranno un potenziale impatto sul budget del SSN con la promessa di alleggerire i costi indirettamente sostenuti da pazienti e famiglie”.
“A tale scopo – spiega il dottor Perrone – nel corso dei prossimi mesi ci auguriamo che possa essere approvato dalle autorità competenti in Italia un protocollo master strutturato sul modello del Patient-journey, il percorso diagnostico e terapeutico del paziente che metta, appunto, a fuoco l’intero iter dei pazienti attraverso le successive linee di trattamento rese possibili oggi dal crescente numero di farmaci disponibili in Italia. Questo modello produrrà dati sulla efficacia e tossicità delle sequenze terapeutiche, aggiornandosi nel tempo via via che arriveranno nuovi farmaci grazie alla ricerca registrativa. Tali dati potranno sicuramente essere di aiuto per l’AIFA nella valutazione dell’impatto dei nuovi trattamenti sulla sostenibilità”.
(ITALPRESS).
Epatocarcinoma, la sopravvivenza può aumentare grazie a nuovi farmaci
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