EPATITE C, A POTENZA CAMPER PER DIAGNOSI PRECOCE

Arriva a Potenza, domenica 3 giugno, il camper per la diagnosi precoce del virus dell’Hcv: un team di medici sarà a disposizione in piazza Mario Pagano – dalle ore 9 alle 19 – per un consulto gratuito su come scoprire l’infezione da virus dell’epatite C con un semplice test della saliva. L’iniziativa – dal nome “Heparoute 8” – è promossa dall’azienda ospedaliera regionale (Aor) San Carlo di Potenza ed organizzata da Improve con il supporto di AbbVie. L’obiettivo è quello di “sensibilizzare la popolazione, offrire consigli utili e realizzare un rapido screening salva-fegato”.

In Basilicata si stima che le persone portatrici di infezione da Hcv siano cinquemila circa, ma molti lo ignorano. Il test della saliva sarà effettuato in un camper attrezzato da operatori sanitari esperti e fornirà un risultato entro pochi minuti. Gli specialisti del Centro di riferimento saranno a disposizione per eventuali dubbi o domande e verrà distribuito materiale informativo sull’epatite C, un virus che si trasmette principalmente attraverso il sangue.

Oggi le trasfusioni sono sicure, mentre rimane possibile la trasmissione causata dallo scambio di aghi e di siringhe per l’uso di droga endovena, ma anche da alcuni strumenti medici non sterilizzati correttamente, da rapporti sessuali o da trattamenti estetici come il tatuaggio, il piercing, la manicure, il laser. A rischio di esposizione al virus possono essere anche i familiari di persone con epatite C ed il personale sanitario. 

“Con l’epatite C oggi siamo finalmente in grande vantaggio: possiamo eradicare definitivamente il virus Hcv addirittura in sole otto settimane”, ha commentato nel presentare il progetto il direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Medicina interna dell’azienda ospedaliera regionale (Aos) San Carlo di Potenza, Nello Buccianti.

“Con questa iniziativa – ha proseguito – vogliamo portare in piazza la possibilità di effettuare uno screening gratuito, semplice e mirato a tutti coloro che hanno il dubbio di essere venuti a contatto con il virus Hcv. La conoscenza precoce dell’eventuale positività, infatti, costituisce la premessa di una cura altrettanto tempestiva, che consentirà di evitare la progressione dell’infezione da Hcv verso gravi patologie del fegato, con un radicale miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita futura”.

 

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