Nuove tecnologie digitali e modelli di business inediti offrono grandi opportunità di rinnovamento alle imprese Energy che vogliano rafforzare il proprio vantaggio competitivo, ma comportano anche sfide notevoli legate allo sviluppo di strategie capaci di far leva sull’innovazione. Per anticipare e cavalcare i nuovi trend tecnologici, sempre più repentini e imprevedibili, e creare nuovo valore per i clienti, le imprese dell’energia devono dunque aprirsi alle idee esterne, fare leva su risorse e conoscenze detenute da startup innovative, acquisire competenze digitali e stimolare processi creativi. Di questo si occupa la prima edizione dell’Energy Innovation Report dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, presentato oggi, che mette in luce la complessità della sfida.
“In Europa solo il 10% delle aziende che si occupano di generazione, distribuzione e vendita di energia investe in Ricerca e Sviluppo, ma allo stesso tempo il 2018 ha fatto segnare un record di quasi 1.000 brevetti registrati dalle imprese del settore – commenta Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group -.
“La chiave per comprendere questi dati apparentemente contraddittori è la crescente apertura all’esterno dei processi di innovazione, che si concretizza in investimenti in startup, acquisizione di digital skills, adozione di pratiche che fanno riferimento all’Open Innovation e al Design Thinking, al fine di stimolare la creatività e sperimentare nuovi modelli di business. Lo studio mostra inoltre che l’innovazione non è più appannaggio esclusivo delle grandi imprese molto radicate nel mercato, anzi, PMI e startup stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale grazie alla loro flessibilità e agilità nel governare il cambiamento. È per questo che il successo dell’innovazione dipende in primo luogo dalla collaborazione tra grandi e piccole imprese” ha concluso.
A riprova di ciò, in Europa gli investimenti in startup innovative realizzati da imprese dell’energia attraverso fondi di Corporate Venture Capital hanno raggiunto nel 2018 i 769 milioni di dollari (+31% sul 2017), un dato certamente significativo, ma relativamente limitato se si considera che le 14 principali imprese specializzate nella fornitura di tecnologie per il settore energetico ne hanno investiti 1,2 miliardi, il doppio rispetto all’intero settore dell’energia in senso stretto.
Inoltre, mentre l’Europa si sta muovendo a tassi di crescita importanti, solo il 3% degli investimenti in startup sono realizzati da imprese italiane. Allo stesso modo, le startup innovative italiane rappresentano solo l’1% dei target di investimenti di Corporate Venture Capital a livello europeo: la classifica è guidata da paesi come Germania, Francia e Regno Unito, le cui startup catturano il 33% degli investimenti totali in Europa.
Non mancano tuttavia segnali positivi: in Italia, quasi il 90% delle imprese dell’energia sta investendo significativamente nell’acquisizione e sviluppo di competenze digitali e il 67% di esse ha creato un budget per le attività di Open Innovation, molto spesso in concomitanza con la costituzione di una struttura organizzativa dedicata all’acquisizione di idee e conoscenze al di fuori del perimetro aziendale. In quanto all’adozione delle metodologie di Design Thinking, il settore dell’energia è secondo solo alle grandi istituzioni finanziarie ed assicurative.
Il Report si concentra dunque su quattro temi oggi centrali nelle strategie di innovazione delle imprese Energy: gli investimenti di Corporate Venture Capital nel capitale di startup ad alto contenuto tecnologico, le digital skills più ricercate, le pratiche di Open Innovation e le metodologie di Design Thinking messe in atto.