Emergenza lupi nel vicentino, sindaci a Roma “Risposta tempestiva”

ROMA (ITALPRESS) – Emergenza lupi. Sulla base del monitoraggio nazionale pubblicato nel 2022, la specie risulta occupare circa 167.000 kmq con circa 3500 individui. Dal 2017 al 2024 si sono registrati 7 individui problematici che hanno prodotto 19 aggressioni verso l’uomo.

Oltre ventimila gli attacchi di predazione nei confronti di bestiame e anche animali d’affezione. I sindaci del vicentino, ricevuti oggi al MASE, hanno denunciato numeri importanti anche sul proprio territorio: 193 sono state le predazioni nel 2024 su animali da allevamento e da compagnia (“quelle sui selvatici non si contano”): e le predazioni non più solo in montagna ma anche in collina, vicino ai centri abitati. La richiesta del territorio è quella di una risposta tempestiva affinché la popolazione senta la vicinanza concreta delle Istituzioni.

Il rischio è quello dell’abbandono da parte di tanti allevatori e la “desertificazione” del territorio. Le proposte sono state molteplici: “Con la Provincia come collettore e il coinvolgimento del MASAF, raccoglieremo le indicazioni dei vari comuni per cercare le migliori soluzioni che tengano conto delle esigenze della popolazione e parimenti della tutela della specie. Questo è il primo passo”, ha spiegato il Sottosegretario Barbaro nell’incontro oggi con i Sindaci del vicentino alla presenza della Direzione generale tutela della biodiversità e del mare del MASE con il Contrammiraglio Francesco Tomas.

“Con il declassamento del livello della protezione del lupo – approvato dalla Convenzione di Berna e oggi all’esame delle Istituzioni comunitarie – l’Italia sarà pronta per studiare un efficace piano di gestione di questa specie. Importante la riunione di oggi per capire le problematiche reali della popolazione e della biodiversità del territorio”, ha proseguito Barbaro. Ispra ha già sviluppato 3 approcci distinti e complementari, che rispettano sia le norme nazionali che unionali: categorizzazione dei comportamenti e delle possibili azioni nel caso di lupi problematici, inclusa l’eventuale rimozione; individuazione di soglie di dannosità significativamente superiori alla media, che potrebbero giustificare azioni più incisive, affiancate da una chiara descrizione delle possibili misure dirette e indirette da intraprendere nei diversi contesti; stima del numero di lupi che possono essere rimossi senza pregiudicare lo stato di conservazione”.

-Foto ufficio stampa Mase-
(ITALPRESS).

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