MILANO (ITALPRESS) - Il nostro calcio e' un bananeto. E inevitabilmente talvolta qualcuno vi scivola: dirigenti, giocatori, allenatori, squadre. Pur sapendo che non ci sono i reduci dei Mondiali, che questo e' il tempo dei risultati ingannevoli, che i tornei estivi sono fatti per spremere i soldi ai tifosi irriducibili, vengono spesso irrisi i tecnici e le squadre che sono scivolati nelle prime partite. E naturalmente vengono glorificate le effimere vittorie estive. La Roma ha perso onorevolmente con Manchester United, l'Inter ha battuto ai rigori il Real Madrid, la Fiorentina ha superato l'Estudiantes. Alleluja. Milan e Juve hanno perso male. Pollice verso. Per fortuna, si gioca quasi tutti i giorni e quindi i giudizi vanno e vengono. Ma quando mai Juve, Milan e tutte le altre squadre giocheranno in campionato con le formazioni schierate nelle prime uscite stagionali ? Bucce di banane: si cade, ma ci si rialza, se non c'e' qualche frattura. La banana di Tavecchio era un poco piu' pesante e sono intervenuti i politici. I rumors e l'indignazione affiorati subito dopo i Mondiali, la voglia di rinnovamento che si respirava subito dopo l'esito della spedizione in Brasile, si stanno gradualmente dissolvendo. E le votazioni che ci daranno il "nuovo" presidente federale, difficilmente agiteranno le acque del pantano calcistico, perche' l'Italia e' il Paese dell'immobilismo.
Nel corso delle campagne elettorali -e' ormai la passi- tutti promettono tutto per convincere gli elettori, ma leggendo i "manifesti" di Tavecchio (che secondo le voci ricorrenti verra' sicuramente eletto) e Albertini (che ha promesso di fare un'opposizione costruttiva), si notano poche convergenze e molte divergenze. Il futuro presidente federale, cioe' Tavecchio (a meno di cambiamenti di umori sull'ondata dell'indignazione), ha accennato alle squadre femminili per i club di serie A, agli arbitri parlanti a fine partita (parole magari da vendere in esclusiva a qualche tv), all'apertura delle porte di Coverciano ai giovani. Il discorso dello scoppiettante personaggio -che non vorra' essere un "re Travicello", come ha annunciato- ha toccato anche certi argomenti che sono il cavallo di battaglia del suo antagonista, il chierichetto Albertini: niente seconde squadre, rinvio della riforma dei campionati, un cenno alla maxi rose, si' a un "certificato di garanzia" per non fare arrivare delle schiappe (ha parlato con i suoi elettori, noti importatori di "signori nessuno" ?). No alla tessera del tifoso, sì a un super manager e al cambiamento dello statuto, creazione dei centri federali. Piu' soldi per il calcio da chi scommette. Quanto al nuovo ct azzurro, preferirebbe un "supervisore" di tutte le rappresentative che vuole pochi soldi (qualcuno ha ipotizzato la soluzione Francesco Rocca, per non dire della "umoristica" soluzione Rivera). E poi squadre scolastiche nei tornei giovanili della federazione, educazione sportiva per combattere la violenza. Un programma di buon senso e soprattutto accattivante per i grandi club che saranno i suoi grandi elettori.
Il "manifesto" di Demetrio Albertini era stato piu' "dinamico" e idealista: 18 squadre in A, venti in B, Pro a 60. Rose di 25 giocatori in A con dieci giocatori cresciuti nei vivai. Cittadinanza agli "stranieri" nati in Italia. Scuola allenatori per i settori giovanili a Coverciano. Consigli d'amministrazione separati per il calcio professionistico e quello dilettantistico. E poi la sostenibilita' finanziaria per evitare che club illustri come Padova e Siena scompaiano. Puntare sulla qualita' dei giovani con l'istituzione delle "seconde squadre" come in Spagna. Valorizzazione maggiore dell' Under 21 e delle altre rappresentative che spesso arrivano nei primi posti dei tornei internazionali, ma i cui giovani non vengono presi
in carico poi dalla Nazionale. Quanto al nuovo ct, Albertini ha taciuto, anche perche' il problema economico potrebbe tener lontani i candidati di cui si e' parlato dopo i Mondiali: Conte, Mancini, Spalletti, Zaccherioni, Guidolin. Beh, le differenze fra Tavecchio e Albertini ci sono, eccome. Ma l'ex giocatore del Milan e della Nazionale viene visto come un ex sindacalista e il fatto che certi suoi particolari nel programma (serie A a 18 squadre, per esempio) coincidano con quelli di Agnelli ma non con quelli della maggioranza, ha provocato una rottura. Lotito sostiene la candidatura Tavecchio, più in linea con i desiderata generali. Se venisse eletto Albertini si instaurerebbe una "dittatura" dei calciatori e degli allenatori, contro il potere dei "padroni del vapore". Quindi, picche. Ma la verita' contro e' che gli interessi sono variegati e ognuno sostiene i propri, a prescindere dai programmi. La Lega di serie A trova inammissibile di dover contare meno di quella dilettanti, almeno sul piano elettorale. Cosi' si e' alleata con Tavecchio. Che vincera' a mani basse, secondo i bene informati, per la convergenza di una "insolita" maggioranza. Ma il candidato in pectore potrebbe pero' pagare a caro prezzo le sue banane. Gattopardi (molti) e tigri di carta (pochi) preparano gli artigli per la zuffa finale.
(ITALPRESS).
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