Commisso speaking? Dicono che negli Usa certi discorsi non si fanno perché domina il fair play. Balle. Certi discorsi non si fanno perché certe cose – ma non chiamiamole proprio porcherie, piuttosto distrazioni, da distrarre – là non succedono. Tant’è vero che il calcio “alla nostrana” non è mai attecchito. Ho partecipato alla fondazione di quella Lega invitato da Giorgio Chinaglia quando passò al Cosmos e da alcuni calabresi e siciliani trapiantati in Usa (e magari visti come eredi di vari padrini) i quali si preoccupavano di dirmi quanto fosse importante per loro garantire la correttezza delle partite. Stupivo. E mi facevano anche sapere che le partite sarebbero sempre finite con un vincitore e un vinto per garantire gli scommettitori, dunque introducendo i calci di rigore. Poi, una volta arrivati lì a sperimentare la loro organizzazione – era il ’71 – con Long John, Bobby Moore e Pelè vedemmo cose da trasecolare: partite date al puro divertimento, agenti a cavallo in campo al primo accenno di rissa e infine, dopo i novanta, i tifosi armati di punteruoli e bidoni a raccogliere cartacce, bottiglie vuote e altra monnezza. Dicemmo a Chinaglia:”Giorgio, questo non è calcio!”. E lui: “Ma hanno molti soldi…”. Pelè rise a tutti denti, ammise che in quell’atmosfera – fair play – non si poteva giocare calcio ma soccer e che la sua unica virtù era un giocar leggero che non avrebbe fatto molti danni. E infatti diventò lo sport preferito dalle ragazze americane. Ecco perché Commisso ha reagito tanto male a un arbitraggio meschino che, con quel secondo rigore inesistente, lo portava a ricordare altri torti arbitrali subìti con Inter e Genoa. (Impedite – per favore – che il correttore automatico continui a trasformare i torti in torte). Ha investito nella Fiorentina tanti soldi e in cambio – anche per la sua paterna passione per Montella – ha preso solo schiaffi. Ma se i danni – pensano tanti che conosco – me li faccio da solo, provvedo a correggermi da solo; i danni esterni sono considerati ovvi, ma alla terza patacca mi ribello. Protesto. Denuncio. Che poi ci vada di mezzo sempre e solo la Juve dipende dalla scarsa correttezza dell’informazione, soprattutto quella dei blog, colpevolista ad oltranza e dunque degna di battersi solo con i cultori dell’innocenza totale.
Già che c’è – e immagino che resterà tanto con noi – Commisso dev’essere aggiornato anche sulla condotta maligna della VAR, un’invenzione spacciata per arma di giustizia e deterrente antiviolenza, in realtà divenuta strumento di tortura per professionisti e appassionati e incentivo alla rissa continua. WAR – guerra – non VAR.
ECCO PERCHÈ COMMISSO HA REAGITO MALE
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