È tornato Trump, in Europa non c’è più spazio per divisioni interne

USA - USA - Donald Trump eletto 47¡ Presidente degli Stati Uniti d' America. Immagini dalla diretta elettorale (USA - 2024-11-06, FOTOGRAMMA) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – Con l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, è inevitabile interrogarsi sulle sue politiche verso l’Europa. Spesa militare, commercio e collaborazione tecnologica sono i cardini del rapporto transatlantico. Durante il suo primo mandato, Trump ha criticato alcune dinamiche con toni provocatori, ma spesso toccando questioni concrete. Tuttavia, molte capitali europee hanno preferito concentrarsi sul suo stile, trascurando problemi strategici.
Oggi, il contesto globale impone nuove priorità. Regimi autocratici minacciano l’ordine internazionale, rendendo la spesa per la difesa una necessità urgente. Nel 2024, gli USA hanno stanziato 886 miliardi di dollari per la difesa, mentre l’Europa, attraverso la NATO, ha aumentato i suoi investimenti fino a 380 miliardi. Paesi come la Polonia, che destina il 4,2% del PIL alla difesa, guidano questa trasformazione, mentre la Germania ha avviato un piano da 100 miliardi di euro per modernizzare le forze armate.
Tuttavia, altre nazioni, come Italia e Spagna, restano sotto il 2%, evidenziando una mancanza di uniformità.
Incrementare la spesa non basta: è essenziale migliorare la gestione condivisa degli investimenti e la standardizzazione nella produzione di armamenti. Solo un’economia di scala europea potrebbe garantire una difesa efficace, rassicurando gli USA sulla solidità strategica del continente.
Anche sul fronte economico, le relazioni USA-UE richiedono equilibrio. Nel 2022, il deficit commerciale americano con l’Europa ha raggiunto i 131,3 miliardi di dollari, con esportazioni statunitensi di 367 miliardi e importazioni europee di 576 miliardi. Trump ha chiesto un aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto e petrolio dagli USA, minacciando dazi. Tuttavia, la frammentazione decisionale dell’UE rende complicata una risposta unitaria. Un dialogo più stretto potrebbe scongiurare il rischio di una guerra commerciale e promuovere soluzioni per bilanciare gli scambi.
La pressione americana per aumentare la spesa militare offre inoltre un’occasione per rilanciare l’industria europea della difesa. Aziende come Rheinmetall, Leonardo e Thales stanno già beneficiando della crescente domanda, ma la frammentazione del mercato rimane un ostacolo. La Commissione Europea ha proposto un piano da 500 miliardi di euro in dieci anni per integrare e coordinare gli investimenti. Se attuato rapidamente, questo piano potrebbe rafforzare l’autonomia strategica del continente.
Nel frattempo, l’Europa deve affrontare un’altra minaccia: la guerra ibrida russa. Attraverso propaganda, attacchi digitali e finanziamenti occulti, Mosca alimenta instabilità sostenendo movimenti populisti e sovranisti. Serve una collaborazione transatlantica per smantellare queste reti e chiarire eventuali legami tra sostenitori di Mosca e ambienti trumpiani, isolando chi mina la coesione dell’alleanza.
Non c’è più spazio per divisioni interne. L’Europa deve agire con unità e lungimiranza, superando egoismi nazionali e puntando a un ruolo centrale sullo scenario globale. Solo una visione coesa potrà garantire sicurezza, stabilità e prosperità per i cittadini europei.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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