E.ROMAGNA: NASCE RETE REGIONALE CENTRI DI SENOLOGIA

La regione Emilia Romagna ha ospitato un incontro pubblico sul tema “Emilia Romagna rete regionale dei centri di senologia” per presentare la rete dei centri di senologia e dei percorsi di diagnosi e cura del tumore al seno in Emilia Romagna in dialogo con le associazioni di volontariato e la comunità scientifica.
La regione ha ufficialmente reso pubblica la propria rete dei centri di senologia multidisciplinari (Breast Unit) che sono 12 in tutta la Regione, uno per provincia oltre a due in provincia di Modena e tre in quella di Bologna. Si tratta del risultato di un lavoro complesso e articolato iniziato con il recepimento dell’atto di intesa tra il Governo e le Regioni sulle linee di indirizzo ministeriali (Delibera 800/2015) che conferma l’Emilia Romagna tra le regioni più virtuose in termini di organizzazione dei servizi di diagnosi e cura del tumore al seno.
La delibera sancisce un fecondo lavoro interdisciplinare dei professionisti coinvolti nella gestione di tutto il percorso senologico e disegna un organico sistema di presa in carico globale delle donne in tutte le fasi del percorso, dalla prevenzione alla terapia, al follow up e alla riabilitazione.
Europa Donna Italia. Il movimento a tutela dei diritti delle donne riguardo alla prevenzione e alla cura del tumore al seno che ha tra i suoi impegni prioritari la promozione del modello Breast Unit su tutto il territorio nazionaler, ha avviato un dialogo proficuo con le istituzioni dell’Emilia Romagna che si è tradotto nel 2015 in un primo convegnopubblico sul tumore al seno.
Con il convegno di oggi la Regioneha inteso, quindi, presentare alla popolazione l’organizzazione dei centri di senologia e dei servizi connessi sul proprio territorio ma anche dar seguito al percorso di collaborazione con le associazioni di volontariato avviato insieme a Europa, Donna Italia, per rafforzare le sinergie a favore di una sempre migliore assistenza alle pazienti.
Ha aperto il convegno, e poi tenuto la sua relazione sul tema “L’organizzazione dei centri di senologia in Emilia Romagna” Kyriakoula Petropulacos, direttrice generale cura della persona, salute, welfare della Regione Emilia Romagna: “Vuol dire – ha detto a margine – che riusciremo a garantire a tutte le donne un percorso omogeneo in tutto il territorio della regione, per una patologia molto importante come è quella del tumore al seno. Questa mattina abbiamo sviluppato un confronto su tutte le varie fasi del percorso messo in correlazione anche con le associazioni delle pazienti che hanno portato la loro esperienza per arrivare ad un percorso di qualità”. Concretamente come funzionerà il coordinamento? “A marzo la Giunta ha fissato i criteri di qualità per questo percorso e il coordinamento prima di tutto monitorerà che questi criteri vengano rispettati e garantiti in tutti i centri. Inoltre abbiamo cercato di individuare gli ulteriori passaggi di miglioramento che possono essere fatti”.
La relazione introduttiva è stata poi curata da Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia: “L’Emilia Romagna è una delle poche regioni – ha detto – che ha applicato in tutto il suo percorso il decreto che il ministero ha emanato. Finalmente qui abbiamo dei centri di senologia multisciplinari. Che cosa significa? Che una donna a cui è stato dichiarato un carcinoma mammario, in uno di questi centri ha, a 360 gradi, tutto quello che serve. Dal patologo al chirurgo, dal chirurgo plastico al radiologo fino allo psicologo. E’ bene che l’opinione pubblica conosca questi centri per andare dritti nel posto giusto. Come lavora la vostra associazione? Con la regione dal momento del decreto c’è stata subito grande collaborazione. Abbiamo portato in ogni tavolo la voce dei pazienti che lavorano alacremente per far conoscere questa iniziativa sui territori. Li abbiamo accompagnati dicendo cosa ci serviva e cosa mancava in un dialogo molto costruttivo”. E qual è la realtà della prevenzione per questi tumori? “Va abbastanza bene anche se purtroppo in Italia va a due velocità. L’adesione agli screening in Emilia Romagna è al 99%. Il vero problema è al sud dove non c’è tanta adesione. E dunque nostro compito è continuare a sensibilizzare che con il tumore al seno, che è la prima malattia per le donne, l’unica prevenzione è partecipare agli screenig e prendere il tumore nella fase iniziale”.

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