LATINA (ITALPRESS) – La Polizia di Latina ha arrestato 18 persone ed una agli arresti domiciliari, tutti indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso ed un omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa.
Le indagini, coordinate della Direzione distrettuale Antimafia di Roma, si sono avvalse delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
L’inchiesta si riconnette a quella enominata “Don’t Touch” del 2015, per attività illecite svolte sul territorio pontino dall’associazione a delinquere facente capo a Costantino Di Silvo
detto Chà Chà, organizzazione strutturata su base territoriale e su legami di natura familiare, che nel tempo ha affermato il suo prestigio criminale nei settori dell’usura, dell’estorsione, della detenzione di armi e nello spaccio di sostanze stupefacenti.
Le dichiarazioni dei collaboratori sono state ulteriormente riscontrate dalle affermazioni delle vittime delle estorsioni, oltre che da ulteriori elementi di prova via via acquisiti nel corso di quest’ultima indagine. E’ emersa l’esistenza a Latina di un’organizzazione criminale dedita innanzitutto al traffico di sostanze stupefacenti, dotata di uomini ed armi sia per controllare le piazze di spaccio anche fuori la città di Latina sia per intimidire concorrenti scomodi, avvalendosi del metodo mafioso e della forza di intimidazione del vincolo associativo.
L’organizzazione si avvaleva di quattro fornitori principali che nel tempo hanno permesso al gruppo Travali di monopolizzare il traffico di droga.
Sono state individuate persone dedite all’attività di spaccio nel senso che fungevano da corrieri in occasione degli approvvigionamenti o da pusher nella distribuzione al minuto dello stupefacente; va detto che l’organizzazione poi era in grado di rifornire piazze di spaccio diverse da quelle di Latina Capoluogo, in particolare Cisterna di Latina, Sezze ed Aprilia.
In tale contesto, recenti indagini hanno dimostrato che recentemente e durante lo stato di detenzione, un uomo abbia proseguito nella gestione delle attività di spaccio di sostanze stupefacenti, anche per mezzo della corruzione di pubblici ufficiali, al fine di potere godere di privilegi all’interno della Casa Circondariale ove si ritrovava ristretto.
le nuove indagini hanno svelato gli atti intimidatori e l’estromissione dal mercato degli stupefacenti a Latina di alcuni spacciatori, avvenuti con metodi violenti da parte del sodalizio; si tratta di una vicenda che dà l’esatta dimensione della violenza messa in atto dal gruppo Travali per imporre il proprio predominio nella gestione delle piazze di spaccio e, in generale, su tutte le attività criminali.
In dettaglio, il gruppo Travali, in un’occasione, non ha esitato troppo nel gambizzare uno spacciatore e per compiere atti di danneggiamenti ad un’auto e ad un esercizio commerciale nella disponibilità di un altro spacciatore, al fine di costringere il gruppetto ad acquistare la droga dal loro gruppo o comunque a spacciare per loro, ovvero versare la somma di 30000 euro a titolo estorsivo.
L’episodio è assolutamente sintomatico non solo della capacità di controllo della piazza di spaccio da parte dei Travali grazie alla robusta organizzazione del sodalizio sia in termini di uomini che di possesso di armi da fuoco, ma anche dei metodi utilizzati per eliminare pericolosi concorrenti ed egemonizzare il mercato locale della droga, che sono assolutamente sovrapponibili a quelli delle organizzazioni criminali di matrice mafiosa.
Le nuove indagini hanno poi riscontrato la commissione di 18 episodi estorsivi che mostrano l’utilizzo di un metodo tipicamente e tradizionalmente mafioso, caratterizzato dalla prospettazione di ritorsioni, dal riferimento esplicito ad un clan di appartenenza, dall’affermazione di un controllo del territorio da cui deriva il potere di imporre il “pizzo”.
In tale contesto, gli indagati, hanno fatto leva sulla fama criminale derivante dall’appartenenza al clan Travali, ottenendo in tal modo il silenzio di commercianti, imprenditori, professionisti, semplici cittadini, anche tifosi del Latina Calcio, che hanno tollerato le pressanti richieste, senza denunciare gli autori di tali fatti, almeno fino al contatto con le forze dell’ordine.
Le ultime indagini, infine, hanno svelato uno scenario inedito dietro la commissione dell’omicidio di Nicolas Adrian Giuroiu, cittadino rumeno, assassinato a Latina nel Marzo del 2014.
L’omicidio, sebbene pianificato e premeditato da altri, aveva visto la partecipazione di un Travali, il quale aveva fornito le armi per l’omicidio agli spacciatori di fiducia, e fatto loro da staffetta con la propria macchina nella fase del rapimento della vittima.
L’apporto per l’omicidio, è avvenuto per una specifica finalità, ovvero quella di mostrare all’esterno la sua forza criminale; partecipando, infatti all’omicidio e fornendo le armi avrebbe dimostrato all’esterno di disporre di armi e uomini, di avere a disposizione persone fidelizzate disposte a difenderlo anche usando le armi, di esercitare il controllo sulla pianificazione ed esecuzione delle azioni criminali di maggior rilievo.
(ITALPRESS).
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