Qual’è il significato della sigla DOP e IGP? Cosa è cambiato a partire dal 2019 e quali sono le informazioni che apprendiamo con il marchio che troviamo applicato sui prodotti e, in particolare, sul vino.
DOC, DOP e IGP, significato e consigli per valutare la qualità di un prodotto scegliendo il marchio giusto. Differenze e nozioni.
DOP: significato
La sigla DOP significa: Denominazione di origine protetta.
IGP: significato
La sigla IGP significa: Indicazione geografica protetta
DOC: significato
La sigla DOC non è più in uso, il significato dell’acronimo DOC è denominazione di origine controllata. Il marchio era usato in prevalenza per i vini. Oggi sostituito con il marchio DOP così come ti spiegheremo dettagliatamente di seguito.
Sembrano due marchi molto simili anche se per legge, i prodotti che detengono l’uno o l’altro marchio, debbono rispettare parametri differenti, soprattutto circa l’iter per ottenere il riconoscimento. I parametri cambiano anche a seconda del prodotto. In questo articolo ci soffermeremo sul significato di IGP e DOP.
Non è facile spiegare gli standard e soprattutto la procedura per ottenere il marchio IGP o DOP. Il motivo? Ad oggi, presso gli uffici della Commissione europea sono presenti 90 dossier italiani in attesa di approvazione definitiva.
DOP e IGP: significato e differenze
Dop e IGP sono due marchi di qualità riconosciuti a livello Europeo e rilasciati dall’UE su proposta del Ministero delle Politiche agricole e forestali italiano, a fronte di una verifica molto accurata e dell’impegno di tutti i produttori interessati. Dopo il rilascio del marchio, un terzo ente eseguirà costanti controlli per il mantenimento della certificazione IGP o DOP.
DOP sta per Denominazione di origine protetta e IGP sta per Indicazione Geografica Protetta.
Chiarito il significato delle due sigle, parliamo delle differenze.
Marchio DOP
E’ una tutela giuridica della denominazione. Tale marchio, per legge, viene attribuito agli alimenti con peculiari caratteristiche qualitative legate imprescindibilmente al territorio di produzione.
Non solo luogo di produzione ma anche filiera produttiva, infatti il marchio prevede standard di origine protetta ma anche tecniche di produzione tradizionali, artigianalità e manodopera attenta. In pratica, il marchio DOP va a classificare un alimento che se prodotto in un altra zona territoriale non potrebbe restituire lo stesso risultato.
Affinché un prodotto sia DOP, le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata.
IGP: significato
Anche in questo caso parliamo di un marchio di tutela giuridica ma, in qualche modo, “meno rigido del marchio DOP”. Il motivo? Per ottenere il marchio IGP non è necessario che l’intera produzione venga consumata in un territorio ma basta che solo una fase della filiera produttiva avvenga nella località caratteristica.
Questo significa che un vino IGP pugliese può contenere una percentuale di UVA coltivata o importata da altro territorio.
Volendoci spostare oltre il complesso mondo dei marchi del vino possiamo proporvi un esempio che riguarda altri prodotti alimentari. La Bresaola della Valtellina detiene il marchio IGP e non DOP perché seppur il processo di trasformazione finale avviene in Valtellina, le carni sono ottenute da animali che NON sono allevati in Valtellina. In prativa per produrre la bresaola IGP della Valtellina si dovranno seguire attente filiere produttive, una trasformazione tradizionale così come vuole il territorio, ma si può usare materia prima ottenuta da allevamenti non locali.
E per quanto riguarda il marchio DOC?
Abbiamo capito la differenza tra il marchio IGP e DOP spiegando accuratamente il significato di ciascuna sigla. Ma quanto si parla di prodotti a marchio DOC possono insorgere ulteriori confusioni.
Il significato DOC vede l’acronimo di: Denominazione di Origine Controllata. In realtà non esistono più differenze tra DOP e DOC. Il marchio DOC è storicamente usato per il vino. Dal 2010, il realtà, il marchio DOC non è più in uso, per la legge europea la denominazione corretta prevede la sigla DOP, tuttavia in commercio noti ancora del vino DOC perché l’utilizzo di questo marchio per il vino ha fatto la storia degli anni ’60 a oggi, pertanto il suo impiego è ancora consentito come menzione specifica tradizionale. Dire che un vino è DOP o DOC è la medesima cosa.