L’eterno problema di conciliare l’attività lavorativa con l’essere mamma e donna, è ancora un problema in un Paese che vede ai vertici delle aziende principalmente uomini.
Lo Stato non riesce a dare tutti gli strumenti adatti per poter dare pari opportunità tra lavoratori e lavoratrici, favorendo i primi alle seconde. Questo il tema al centro del workshop “Innovazione è cooperazione al femminile”, organizzato dalla commissione dirigenti cooperatrici di Confcooperative. “In questi anni abbiamo fatto un lungo percorso, abbiamo condiviso un sogno quello che i cooperatori sociali definivano una utopia, avremmo voluto fare di più ma abbiamo la consapevolezza che mettere in moto certi percorsi è difficile”, ha detto il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini.
“Abbiamo cercato di fare delle cose anche dentro l’organizzazione – ha aggiunto – perché non si può predicare bene e razzolare male, bisogna coltivare una visione e abbiamo cercato di rendere concreta questa visione non solamente nel nostro organigramma, le nostre figure apicali sono tutte al femminile, ma abbiamo anche cercato di accelerare quel percorso di presenta all’interno dei Cda. Sogno una stagione in cui non ci sarà più la quota del 30%, una stagione in cui non ci saranno più le quote perché sarà diventato un diritto naturale. Abbiamo voluto stimolare la rete – ha concluso Gardini – fatta di esperienze, racconti e testimonianze per poter crescere nella consapevolezza, nel proprio ruolo e nella classe dirigente. Abbiamo bisogno di accrescere il numero di donne che diventano dirigenti dell’organizzazione”.
A chiudere i lavori il ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, che ha illustrato a grandi linee la sua visione del lavoro che porterà avanti a favore delle famiglie e delle donne: “Il mondo della cooperazione è sempre stata pioniera in tante battaglie, certamente il tema delle pari opportunità è uno dei grandi obiettivi che ci si è dato da qui al 2030. Sapere rendere le donne libere di poter decidere e contribuire al bene collettivo. Le parole usate e raccontate sono le parole di quella nuova visione di sviluppo che ci impegnamo a interpretare. Il tema della cooperazione – ha aggiunto -, della capacità di costruire alleanza e conoscere la differenza è tipicamente femminile così come il tema della innovazione in una economia civile che chiama a sfidare nuove prospettive. Non è più il tempo di una donna che deve essere tutelata ma è il tempo delle alleanze. Il tema delle quote rosa che abbiamo dovuto introdurre, uguale presenza tra uomini e donne, è affermare uno sviluppo dove gli sguardi di uomini e donne si mettono insieme. Va invertita la tendenza della scarsità di presenza delle donne nel mondo del lavoro e l’abbandono del mondo del lavoro – ha concluso la Bonetti -. Bisogna difendere i diritti della donna nel mondo del lavoro e dobbiamo far sì che la presenza femminile si vista come un plus, un valore aggiunto”.
(ITALPRESS)
DONNE E LAVORO PROBLEMA ANCORA IRRISOLTO
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