Indennità di disoccupazione NASPI per liberi professionisti: ecco quando un lavoratore autonomo può fare richiesta del sussidio di disoccupazione o NASPI.
L’indennità di disoccupazione o sussidio di disoccupazione è un contributo economico a favore dei soggetti che si trovano in uno stato di disoccupazione involontaria, concesso a seguito della perdita del lavoro dipendente. Stando a una recente circolare rilasciata dall’Inps, anche i liberi professionisti hanno diritto a percepire il sussidio di disoccupazione. Oggi, l’indennità di disoccupazione si chiama NASPI ed è l’acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impegno.
Disoccupazione Naspi, requisiti
La domanda di disoccupazione, stando alle ultime linee guida, può essere presentata da:
- Dipendenti a tempo indeterminato e determinato;
- Apprendisti;
- Soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato;
- Personale artistico sempre se a contratto subordinato;
- Dipendenti a tempo determinato della Pubblica Amministrazione;
- Lavoratori domestici.
A patto che, chi intende richiedere il sussidio di disoccupazione rispetti questi requisiti:
- E’ stato licenziato contro la sua volontà. Fino a poco tempo fa, tra i requisiti vi era “privo di occupazione” ma l’Inps ha di recente emanato una circolare per chiarire la posizione del libero professionista così come vedremo di seguito.
- E’ disponibile a svolgere un’attività lavorativa ed è attivo nella ricerca del lavoro.
- Ha versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti al licenziamento (perdita del lavoro).
- Ha lavorato almeno 30 giorni nei 12 mesi precedenti alla perdita del lavoro.
Chiariti i requisiti di base che consentono l’accesso alla NASPI, vediamo quali sono gli aggiornamenti e le precisazioni fatte dall’INPS.
Disoccupazione Naspi per liberi professionisti
Per molti lavoratori autonomi, il solo reddito professionale non basta, così non è raro vedere liberi professionisti che svolgono un’attività lavorativa subordinata, magari con contratto part time. Quando un libero professionista che svolge anche un lavoro subordinato (dipendente) viene licenziato, cosa succede? Ha diritto alla disoccupazione?
La questione è stata affrontata di recente dall’INPS che ha chiarito: il reddito derivante dall’attività professionale è compatibile con l’indennità di disoccupazione NASPI ma vi sono alcune limitazioni.
Se un disoccupato che svolge o vuole avviare un’attività di lavoro autonomo (sia come libero professionista che come imprenditore) non supera un reddito annuo di 4.800 euro, può accedere al sussidio di disoccupazione NASPI.
Il libero professionista dovrà però informare l’INPS entro un mese dall’inizio dell’attività o comunque, in caso di attività già in corso, entro un mese dalla presentazione della domanda di NASPI. L’informazione ha lo scopo di comunicare all’INPS il reddito annuo percepito. Sia se l’attività è in fase di avvio, sia se l’attività è già avviata, il lavoratore autonomo dovrà informare l’INPS circa il reddito annuo che prevede di trarre dalla sua attività nell’anno in corso, anche se il reddito è pari a zero.
Se il disoccupato lavoratore autonomo non segnala il reddito che prevede di ottenere dall’attività professionale, perde il sussidio.
L’INPS, in base alla previsione di reddito, potrà ridurre l’assegno di disoccupazione.
Liquidazione anticipata dell’indennità di disoccupazione
Quando il disoccupato intende avviare un’attività da lavoratore autonomo (libero professionista), può richiedere all’inps la liquidazione anticipata dell’indennità di disoccupazione. In questo caso la liquidazione viene versata in un’unica soluzione e prevede l’importo complessivo della NASPI spettante al disoccupato.
Sull’importo erogato sono trattenute, al pari di come si farebbe con uno stipendio, le imposte dirette dovute (IRPEF).
Disoccupazione Naspi per chi ha la partita IVA
Nell’ipotesi precedente abbiamo parlato di un lavoratore autonomo che ha appena avviato la sua attività. La disoccupazione è prevista anche per chi è iscritto a un albo professionale e/o ha una partita IVA. In questo caso, al momento della richiesta della NASPI, dovrà segnalare la presenza della partita IVA. Il libero professionista può anche non segnalarlo ma l’INPS ugualmente avvierà una procedura di verifica per accertarsi del mancato svolgimento dell’attività. In pratica, se l’INPS accerta che il libero professionista non svolge la sua attività o comunque percepisce un reddito inferiore ai 4.800 euro, prenderà in carico la richiesta del sussidio di disoccupazione, in caso contrario, la NASPI non potrà essere erogata.