“L’oro è stato da sempre considerato un rifugio, un valore in cui poter nutrire fiducia, ad esempio nel fatto che il suo valore si conservi nel tempo e sia riconosciuto da tutti, in ogni angolo del pianeta, del mondo, con qualche piccola e sporadica eccezione”. Così a Bari, il direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, nel corso della presentazione del suo libro dal titolo “Oro”, nell’aula magna Aldo Cossu dell’Università di Bari. “Il libro, curato dal direttore Rossi, nostro ex alunno di particolare importanza – ha detto il rettore Antonio Uricchio – affronta un tema nuovo ma antico. L’oro – ha continuato – costituisce lo strumento privilegiato negli scambi, viene considerato anche con riferimento al valore economico che esprime e utilizzato nei gioielli, quindi è anche oggetto di desiderio”.
“Allo stesso tempo – ha aggiunto – è stato utilizzato a lungo alla base del principio della conversione, consentendo alle banche centrali di emettere moneta nella misura corrispondere al valore dell’oro. Oggi, in un mondo profondamente cambiato – ha spiegato Uricchio – in cui le transazioni avvengono attraverso la rete, in cui si utilizzano criptovalute e il principio della parità aurea è caduto, l’oro conserva la sua importanza. C’è un tema non secondario – ha ricordato il rettore – che è quello del futuro dell’oro, con i giacimenti aurei in misura sempre più ridotta e limitata, ma che rimane ancora moto spesso conservato nei forzieri di banche centrali oltre che naturalmente in ogni casa. È un volume particolarmente affascinante – ha sottolineato – che consente di guardare al passato, ma anche di cogliere le profonde trasformazioni nel mercato economico e guarda in avanti alle monete virtuali sempre più spesso utilizzate, con non pochi problemi – ha concluso – dal punto di vista giuridico ed economico”.
Ma perché l’oro è così importante? Perché lo conserviamo? “Un po’ tutto il libro – ha spiegato Rossi – nasce da domande di questo tipo qua. L’oro ha avuto una sorte da migliaia d’anni diversa da quella di tutti gli altri materiali. E’ stato molto più diffuso – ha continuato – come simbolo e anche come incarnazione di ricchezza, di benessere”. Rossi ha anche ricordato che “le Banche centrali hanno tanto oro come anche la Banche d’Italia. Come Banca Centrale – ha detto – siamo i quarti detentori al mondo di oro dopo la Banca Centrale Americana, quella tedesca e il Fondo Monetario Internazionale. Creare una buona dotazione di oro nella psicologia collettiva di governo e popoli – ha concluso – è una specie di garanzia”.